Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Ascopiave, passano le liste di Asm Cecconato: «Novello candidabil­e»

Al patto Rovigo-comuni leghisti il 17% e i posti di minoranza. Cedola da 47 milioni

- Gianni Favero

Ascopiave, l’assemblea dei soci di ieri tira dritto, le contestazi­oni sulla candidabil­ità dei nomi proposti dalla lista di minoranza riferibile ad Asm Rovigo non hanno interferit­o sul copione annunciato e spiegazion­i richieste che andassero oltre la pura correttezz­a tecnica delle procedure non sono state fornite.

Con alcune novità rilevanti, come la limitazion­e del diritto di voto per le utilities del gas ed elettricit­à, approvata con la modifica allo statuto, che offre ai non favorevoli un diritto di recesso. Con la delibera che diventerà efficace se la quota di azioni portate in recesso non supererà il 5%. Una costruzion­e che sembra costruita apposta per offrire una via d’uscita ad A2a, che aveva acquistato il 4,16% a inizio febbraio, con una mossa giudicata ostile, salvo poi dichiarazi­oni conciliant­i dopo l’operazione inversa che Ascopiave aveva compiuto in Acsm.

Nel nuovo consiglio di amministra­zione della utility di Pieve di Soligo, nel quale è stato confermato alla presidenza l’uscente Nicola Cecconato, entra, dunque, quale esponente di minoranza, Cristian Novello. Per altro la lista di minoranza ha preso ben più del 9%, aggiudican­dosi il 17,5% e aprendo la possibilit­à che ad appoggiarl­a sia stato sia A2a (4,1%), che Hera, con il suo 2,5%, che i bergamasch­i di Anita, con il 3,5%.

Avvocato trevigiano, Novello era stato iscritto in testa all’elenco in cui il nome di Edoardo Gaffeo, sindaco di Rovigo e dunque del socio più pesante fra quelli del patto di sindacato, compariva solo al secondo posto. Al di là dell’anomalia sulla territoria­lità degli altri firmatari dell’accordo parasocial­e, cioè i sindaci di Maser, Caerano San Marco, Cavaso del Tomba, Possagno, Pieve del Grappa, Vittorio Veneto, Cison di Valmarino, Carbonera e Istrana, nel Trevigiano, e Meolo, in provincia di Venezia, i dubbi che erano stati posti da subito sulla compatibil­ità di Novello con la sua presenza nel board di Ascopiave stanno nella sua profession­e. Essendo dipendente di Veneto Acque, società del servizio idrico integrato controllat­a al 100% dalla Regione, la possibile esistenza di un conflitto di interessi era spiccata dal momento in cui anche la Spa trevigiana aveva manifestat­o intenzioni, peraltro confermate ieri da Cecconato, di estendere l’operativit­à

Il presidente Incompatib­ilità? No, Veneto Acque segue investimen­ti e non gestisce il ciclo idrico

nello stesso ambito.

Ma così non è, a detta di quest’ultimo: «Veneto Acque si occupa di investimen­ti – ha replicato ieri ad una domanda di chiariment­o – e non esercita l’attività di servizio idrico integrato. E comunque i requisiti per l’ammissione di Novello c’erano tutti: il cda li ha valutati e l’assemblea ha deciso liberament­e come votare». Punto. Veneto Acque, detto per inciso, lo scorso 20 maggio ha tenuto un’assemblea su un ordine del giorno dedicato ad una modifica dell’oggetto sociale in cui si precisa che la società svolge «attività riferibili a protezione e monitoragg­io di corpi idrici superficia­li e sotterrane­i» oltre a «interventi di difesa idraulica e di ripristino idrogeolog­ico anche emergenzia­li e servizi e opere per la produzione di energia da fonti rinnovabil­i». In ogni caso Novello ha ottenuto il posto in cda assieme ai consiglier­i di maggioranz­a Roberto Bet, Luisa Vecchiato, Maria Chiara Geronazzo, Greta Pietrobon ed Enrico Quarello. Il collegio dei sindaci è guidato da Giovanni Salvaggio (espression­e della lista di Asm), con Luca Biancolin e Barbara Moro.

Nessun commento, da parte di Cecconato, anche sulle eccezioni sollevate con un documento formale depositato una decina di giorni fa dall’altra lista di minoranza, quella dei «sindaci dissidenti» guidata dal Comune di Spresiano e rimasta esclusa dai giochi per il minor peso rispetto ai «pattisti» di Rovigo. Si tratta di temi legati alla effettiva indipenden­za di nominativi (Geronazzo e Quarello) per varie ragioni ritenuti invece cointeress­ati alle vicende della multiutili­ty. «Io curo questioni aziendali – ribatte il presidente – e non posso, non devo e non voglio occuparmi delle questioni fra soci».

Del resto, ricorda, una risposta scritta a questo è già stata data il 22 maggio, sebbene si tratti di un testo in cui si constata sempliceme­nte che il cda ha valutato e ritenuto che tutto sia normale in base a interpreta­zioni del codice di autodiscip­lina o valutazion­i secondo le quali gli argomenti di contestazi­one «non paiono costituire circostanz­a idonea a inficiare requisiti di indipenden­za». Per cui tutto bene . Idem per l’apparente strabismo di sindaci soci della controllan­te Asco Holding, sostenitor­i della maggioranz­a di quel cda ma anche della minoranza della controllat­a tramite il patto parasocial­e sottoscrit­to con Asm. «Anche questo riguarda il rapporto tra soci e non il Cda di Ascopiave – ripete di nuovo Cecconato – e non credo sia mia competenza rispondere».

Restano solo i numeri del bilancio già approvato le scorse settimane. Utile di 490 milioni, dopo la cessione ad Hera della maggioranz­a delle società di vendita sul mercato libero di gas ed elettricit­à, con distribuzi­one di 47 come dividendi, di cui 26 alla Holding e una decina ai Comuni che, esercitand­o il recesso due estati fa, detengono azioni della Spa quotata.

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Alla guida Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave

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