Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
I NOSTRI CENTO GIORNI
Passeranno alla storia come «I 100 giorni della nuova Italia», li divideremo in due periodi e saranno una pietra miliare per la classe dirigente: sono i giorni in cui la società e l’economia italiane (e non solo) si sono piegate al passaggio del coronavirus. Chiameremo «I 70 giorni che hanno cambiato l’italia» il periodo compreso tra il 24 febbraio 2020, primo giorno lavorativo dopo il decreto legge n. 6 che ha avviato le misure restrittive per contenere il contagio, al 3 maggio 2020, ultimo giorno di lockdown prima dell’operatività del Dpcm 26 aprile 2020 che ha riaperto molte fabbriche e uffici. In questo arco di tempo, abbiamo rivisto immagini e rivissuto emozioni che pensavamo di aver lasciato alle nefandezze del Novecento: lutti familiari senza il conforto dell’ultima carezza, riti funebri non celebrati, colonne di mezzi militari carichi di bare con i feretri dei morti da Covid in marcia verso luoghi dove essere cremati con dignità. Nel periodo più acuto dell’emergenza sanitaria, abbiamo riscoperto «tutto il valore dello Stato e di chi lo serve». In certi territori e in alcuni comparti (non solo quello sanitario, s’intende), le strutture pubbliche hanno funzionato in modo eccellente e in altri un po’ meno.
Nuova circolare del ministero VENEZIA della Salute alle Regioni, con le linee d’indirizzo per la stesura dei Piani di riorganizzazione disposti dal «Decreto Rilancio», che ha stanziato 1,4 miliardi di euro per il potenziamento dei reparti di Terapia intensiva (+3.500 posti) e subintensiva (+4.225 posti), oltre a 490 milioni per remunerazione e assunzioni di personale sanitario.
Quanto a quest’ultima voce, il Veneto riceverà 35.089.194 euro. Altri 101.544.271 arriveranno sempre dallo Stato per i nuovi posti di Terapia intensiva (che dai 559 previsti dalle schede ospedaliere dovranno diventare 840, come già deliberato dalla giunta Zaia), di Terapia sub-intensiva (salgono da 281 a 663), per la riorganizzazione dei Pronto Soccorso (percorsi separati per i pazienti Covid e aree di permanenza degli utenti in attesa di diagnosi in grado di garantire i criteri di sicurezza) e per potenziare l’assistenza territoriale. «Risulta necessaria l’implementazione di mezzi dedicati o dedicabili ai trasferimenti secondari tra strutture Covid-19, alle dimissioni protette, ai trasporti interospedalieri no Covid-19 — recita la circolare del ministero della Salute —. Pertanto, le Regioni e le Province autonome sono autorizzate a implementare i mezzi di trasporto nel servizio di emergenza territoriale».