Uccide la moglie malata grave poi si lascia morire nel lago

Soffoca la moglie e poi si toglie la vita nel porto di Bardolino. Bortolo Consolini, 78 anni, ha usato un cuscino per soffocare la moglie. Letizia Fasoli, 76 anni, era malata terminale. La malattia aveva portato il marito alla disperazione: lo racconta un biglietto, trovato in casa. Uccisa la compagna, Bortolo è sceso al porto del paese: lì è ormeggiata la barca del figlio Stefano, dove presumibilmente si è rifugiato prima di lasciarsi annegare a fianco della barca. É stato proprio il figlio, alle 7,50, a recarsi disperato alla polizia locale, in municipio, dieci metri dal luogo del ritrovamento del padre. Poco prima, alle 7, era andato a casa dei suoi e aveva trovato la madre senza vita nel letto; su un tavolo il biglietto in cui il padre annunciava che stava andando al porto «per farla finita». La coppia, lascia oltre a Stefano anche un’altra figlia, Elena, che dopo il matrimonio si è trasferita nel Comune confinante di Lazise. Sul luogo del ritrovamento sono intervenuti dapprima i vigili, poi i carabinieri di Bardolino e i vigili del fuoco che hanno recuperato il corpo dell’anziano, infine, gli operatori delle pompe funebri, che hanno trasportato le salme al cimitero monumentale di Verona. Bortolo Consolini, ora in pensione, ha lavorato per molti anni nell’azienda agricola della contessa Rizzardi, una cantina secolare produttrice di vino Bardolino. Al porto molte le persone che lo conoscevano. Unanimi i commenti: «Stava conducendo una vita molto difficile nell’assistere la moglie e così l’ha fatta finita». La donna, pare, soffrisse anche di Alzheimer, una malattia pesante, che in molte occasioni ha condotto a tragedie di questo tipo. Sul posto anche conoscenti che lo incontravano spesso al mattino al porto, dove si recava spesso. Uno di loro racconta: «Gli ho parlato l’altra mattina. Piangeva, era disperato per la condizioni di vita con la moglie».