Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Rammstein e l’epico show Rock, fuoco e provocazioni
A Villa Manin Codroipo teatrali, massici e fetish i cinque «guerrieri-vandali» del palcoscenico
Prendere il rock and roll show classico alla Kiss, aggiungere la santa alienazione della techno, un pungo di krautrock, l’epica metal di un futuro immaginato, il carisma di guerrieri vandali e la ruggine steampunk. Assaggiare un cocktail come quello dei Rammstein, in piena estate, si rischia di innamorarsene per sempre. O, male che vada, prendere una sbronza da decibel e fiamme. L’11 luglio del 2013 a Villa Manin di Codroipo, Udine, è avvenuto un piccolo miracolo profano. La pioggia torrenziale sembrava aver fatto annullato il live, causandone solo lo spostamento. Sono le 22.40 quando il primo telo, una specie di enorme tessuto di caselle placentari, cade scoprendo la potenza delle fiamme dei Rammstein. Su Ich tu dir weh il leader Till Lindeman, cala dal cielo da una pedana fatta di scintille: trucco pensante, giubbetto in pelo sintetico fucsia su un fisico da sollevatore di pesi professionista e voce da tank carrozzato. C’è da averne paura. La potenza inarrestabile di questa band schiaccia tutto quello incontra. Ogni componente ha un proprio show, ognuno un ruolo, come in un grande teatro degli orrori. Certo i protagonisti principali sono il cantante Lindemann,
e Christian Doctor Flake Lorenz, ma i comprimari sono comunque da Oscar. Wollt ihr das Bett in Flammen sehen? è un incubo di metallo pesante, esplosioni e fiamme alte come case iniziano a bruciare dentro gli occhi. Lindemann
è un perfetto sacerdote del tanz metal, officiante supremo del kabuki horror che batte ogni nota di ogni canzone con la precisione di una voce che sembra il martello di Efeso.
Controparte di questo gioco, ben evidente in Keine Lust è l’istinto dance del gruppo, sintetizzato da Lorenz, che non smette di muoversi, nella sua postazione ha un tapis roulant per correre anche da fermo. Il palco è imparagonabile a qualsiasi altro visto. Dei
mega aspiratori «industrial» si muovono a mezz’aria e si scambiano con i giganteschi simboli della band rendendo possibile l’utilizzo di lanciafiamme, esplosioni e roghi.
Lindeman per Mein Teil diventa un cuoco horror trascinando sul palco un mega pentolone dentro al quale cuoce il tastierista: il microfono coltello è da manifesto d’arte contemporanea, come il lanciafiamme che brucia il marmittone mentre Lorenz evita le fiamme nascondendosi all’interno.
Teatrali, disturbanti, massicci come le Dolomiti, i Rammstein sanno essere (quasi) dolci nella ballad Ohne dich, recuperando subito l’epica distruttiva nella successiva Wiener Blut. Un enorme arco che diventa eruzione di lapilli nelle mani e nei salati di Lindeman porta a Du riechst so gut ea Benzin con il cantante che, dopo aver trascinato sul palco una super pompa da benzina, dà fuoco (letteralmente) ad uno stuntman. Links 2-3-4, cantata a tempo di marcia, sul pubblico ha lo stesso effetto che Richard Wagner aveva su Woody Allen. Su Du hast” hit della band, si raggiunge l’apoteosi con Lindeman che lancia degli strali pirici che rimbalzano sulla torre del mixer.
Il lato fetish-sadomaso della band salta fuori in Bück dich: il tastierista bocconi a suonare una pianola e il leader che simula su di lui un episodio di sodomia.
Mein Herz Brennt, in versione piano solo, suona come la canzone più romantica del mondo. Poi si ritorna a battere il martello sull’incudine, e su Sonne si accende di fiamme il simbolo dei Rammstein.