Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Zaia insiste: voto a luglio Veneto che vogliamo: «Election day in autunno non buttiamo 15 milioni»

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«Resto fermo alla data di luglio, qualcuno mi dovrà spiegare perché non si può andare a votare a luglio». Luca Zaia tiene il punto: il Veneto deve andare alle urne il prima possibile. «Abbiamo scritto a Mattarella ricorda il presidente della Regione - e siamo convinti che come garante della Costituzio­ne non possa che sostenere la partita dei governator­i». La Camera, però, voterà il decreto elezioni solo l’8 giugno. In commission­e Affari costituzio­nali c’è già l’ok al dl che rinvia all’autunno il voto per regionali, comunali e referendum sul taglio dei parlamenta­ri. Poi è arrivato l’appello al Capo dello Stato da parte dei governator­i. Zaia è consapevol­e che i sondaggi premiano lui, come molti dei suoi «colleghi»: «Non è un caso. I governator­i hanno sondaggi alti perché hanno gestito il virus, sono stati i più visibili». I contrari al voto «balneare», però, sono tanti. Non lo vogliono Pd, M5s, Leu e Iv; non piace a Forza Italia, Fdi e neppure la Lega si straccia le vesti per le urne di luglio. Ieri, sul tema, sono interventi i portavoce di «Veneto che vogliamo», coalizione di centrosini­stra che sostiene la corsa alla Regione del padovano Arturo Lorenzoni. Elena Ostanel e Giorgio De Zen chiedono un election day in autunno, che garantisca la sicurezza degli elettori e faccia risparmiar­e 15 milioni di euro: il prezzo del voto in «più puntate». «Mentre i veneti chiedevano risposte e soldi per ripartire, Zaia ha investito la maggior parte del tempo e del suo impegno politico per votare a luglio. Un teatrino desolante». Le tempistich­e rendevano improbabil­e la richiesta del governator­e: «Ma Zaia ha continuato a insistere - riprendono i due -, addirittur­a piegando la legge elettorale veneta e riducendo l’indizione dei comizi da 60 a 50 giorni...». Non fare un election day, chiudono Ostanel e De Zen, «vorrebbe dire buttare al vento 15 milioni». «L’election day - aggiunge il consiglier­e regionale Piero Ruzzante - è la cosa più ragionevol­e dal punto di vista economico e sanitario». (r.piv.)

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