Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Terme, la rinascita in sordina con la sola clientela veneta Servizi attivi in 13 hotel su 107 Federalber­ghi: prenotazio­ni, camere occupate al 10%

- Silvia Moranduzzo

La rinascita delle Terme PADOVA comincia con i veneti. Così come la prima ondata di turisti che ha invaso Venezia era composta da corregiona­li, i primi clienti che si sono precipitat­i negli alberghi di Abano e Montegrott­o sono persone del Padovano e dintorni. L’inizio della nuova stagione post-coronaviru­s è partito ufficialme­nte ieri, anche se fatalmente un po’ in sordina. Hanno riaperto non solo le piscine ma anche i servizi termali per i quali le due località sono famose: massaggi, inalazioni, fanghi e quant’altro, con l’esclusione di quelle attività collettive come sauna e bagno turco che ancora non possono essere svolte (le cure prescritte dal medico, invece, non si sono mai fermate).

Come si diceva, però, la partenza non è stata scoppietta­nte. La maggior parte delle strutture sta ancora effettuand­o i test sierologic­i ai propri dipendenti e il grosso del movimento ci sarà a partire dalla fine di giugno. Attivi con il pacchetto completo sono in 13 su 107 tra Abano, Montegrott­o e la zona dei Colli euganei: Trieste&victoria, Leonardo Da Vinci, Plaza Panoramic, Park Hotel, Columbia, Lo Zodiaco, Belvedere, Lanterna, Continenta­l, Mioni

Royal San, Commodore, Luna, Ermitage. Altri hanno aperto solo le piscine, come il Bristol Buja o il Neroniane. «Secondo una nostra indagine – dice Marco Gottardo, direttore di Federalber­ghi Abano Montegrott­o – la maggior parte degli albergator­i aprirà tra il 7 giugno e il 10 agosto. Per ora le prenotazio­ni da qui alla fine dell’anno sono, purtroppo, sotto il 10% di occupazion­e delle camere e le previsioni espresse dai proprietar­i delle strutture, riguardo allo stesso periodo, oscillano tra il 30 e il 50%».

Una visione non proprio ottimistic­a, anche se la voglia di riprendere a lavorare come prima di certo non manca. Ci si attendono soprattutt­o clienti italiani sotto i 60 anni e il 43% degli albergator­i è incificare

Le regole e gli avvisi Niente mascherina a bordo vasca (anche se chiusa), termometri all’entrata e buffet proibito

tenzionato ad abbassare i prezzi fino al 15%, proprio per cercare di attirare turisti. Di certo, il turismo termale non sarà più come prima anche se negli hotel promettono di fare di tutto per mantenere l’atmosfera di relax.

Un caso di discussion­e è diventato l’utilizzo della mascherina da parte dei clienti. Se a Merano gli ospiti devono indossare il dispositiv­o di protezione anche mentre fanno il bagno in piscina, nel Padovano non c’è questo obbligo. «I clienti dovranno utilizzarl­a all’interno dei luoghi chiusi – fanno sapere dal Columbia – ma non in acqua. Nel caso di piscine coperte abbiamo suddiviso gli spazi e contingent­ato gli ingressi, in modo da permettere a tutti di stare a debita distanza». E in effetti le linee guida sull’uso della mascherina in acqua o meno non sono chiarissim­e: si cita l’utilizzo del dispositiv­o in «luoghi chiusi» senza spealtro. Ogni hotel ha posizionat­o diversi cartelli perché il cliente apprenda come si deve comportare nei diversi spazi. Si dovrà rinunciare al buffet: il servizio sarà solo al tavolo e mentre ci si sposta dalla camera alla sala da pranzo si dovrà indossare la mascherina. Anche nel caso di un massaggio il cliente dovrà coprire naso e bocca. Il limite massimo di persone in piscina dipende dalla grandezza di quest’ultima: secondo le linee guida ognuno deve avere per sé 7 metri quadri di acqua e, nel caso in cui non si riuscisse a mantenere la distanza, la piscina può essere utilizzata da una sola persona e gli eventuali componenti del suo nucleo familiare.

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Clienti dell’hotel Plaza di Abano ieri a bordo vasca (Fossella/bergamasch­i)
Relax in piscina Clienti dell’hotel Plaza di Abano ieri a bordo vasca (Fossella/bergamasch­i)

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