Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Da capo dei vigili urbani Gaffeo lo spostò a Servizi Sociali, Sport e Istruzione Tesoro abbandona il Comune Fu braccio destro di Bergamin
L’ultimo uomo di Massimo Bergamin abbandona Palazzo Nodari. Giovanni Tesoro si dimette da dirigente del Comune di Rovigo, dov’era approdato ad aprile 2015, nei giorni del commissario Claudio Ventrice per fare il comandante della polizia locale. E in questa veste Tesoro, 66 anni, origini baresi di Terlizzi, ma naturalizzato milanese, ha affiancato i controversi blitz propagandistici dell’ex sindaco leghista, cacciato il 22 febbraio 2019.
Il successore Edoardo Gaffeo, eletto il 9 giugno scorso, poco più di un mese dopo l’insediamento ha rimosso Tesoro dalla polizia locale, trasferendolo ai settori Istruzione, Servizi sociali e Sport.
Un cambio che il dirigente ha sempre sofferto, avendo avuto sempre ruoli apicali nella sicurezza urbana, con incarichi di direzione anche in Comune a Milano. In questi mesi, Tesoro ha lavorato in rigoroso silenzio. E pure per l’addio, nessuna dichiarazione. La noaccuse tizia trapela perché il dirigente avrebbe inviato una lettera ai dipendenti dei servizi di cui è responsabile, per congedarsi e annunciare loro le dimissioni che diverranno effettive il prossimo 31 agosto.
Tra le questioni più complesse che Tesoro lascerà, la chiusura della partita sul maxi-debito delle piscine comunali e i riverberi dell’emergenza sanitaria, sulla cui gestione i Servizi sociali hanno avuto ruolo di prima linea.
Il dirigente, sempre a Rovigo, sta affrontando un processo, davanti al Collegio, per le risalenti al periodo in cui era comandante dei vigili urbani. I reati contestati sono di peculato d’uso, peculato semplice e alterazione fraudolenta dei sistemi di rilevamento delle presenze lavorative per la vicenda dell’uso dell’auto di servizio per andare a casa sua e a corsi di formazione.
Le accuse riguardano anche l’aver inibito l’uso al Comune di due cellulari di servizio e di aver attestato la sua presenza al lavoro con motivazioni ritenute dalla Procura false. Iniziato nel febbraio 2019 il processo, che al momento sembra avere un esito favorevole al dirigente, riparte l’1 ottobre e potrebbe concludersi entro l’anno.
Sempre nell’ambito della stessa vicenda giudiziaria, prima dell’inizio del processo, la Procura aveva chiesto invano la sospensione dal servizio e gli arresti domiciliari per Tesoro.
Riguardo gli arresti domiciliari, la richiesta più pesante, a gennaio 2019 il Tribunale del Riesame a Venezia ha chiuso definitivamente la vicenda rigettando l’appello della Procura rodigina. Nel 2018 il giudice per le indagini preliminari di Rovigo prima, e la sezione Riesame del Tribunale di Venezia poi, hanno respinto la richiesta di arresto. La Procura ha impugnato in Cassazione l’ordinanza del Tribunale veneziano e la Suprema corte ha rinviato il fascicolo ai giudici lagunari per una nuova valutazione che è stata favorevole a Tesoro.
Guai giudiziari Per vicende legate al precedente incarico l’ormai ex dirigente è imputato per peculato e assenteismo