Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Lungo i binari, fra trolley e termoscann­er

A Venezia due sorelle si rivedono dopo mesi A Padova l’insegnante precaria si interroga sul futuro. «In treno si ritrova la normalità»

- Di Gargioni e Macciò

” Ida insegnante

Avrei potuto tentare la fuga per tornare dai miei a Benevento, non l’ho fatto per senso civico

Il rumore dei trolley trascinati sul pavimento, sorrisi nascosti dietro le mascherine, abbracci fatti di sguardi. L’apertura dei confini regionali ieri ha portato nelle stazioni venete un assaggio di normalità, con diversi treni ad alta velocità in arrivo da Milano, Roma e Napoli.

«Tento di vedere Venezia così, senza molti turisti, nella sua essenza» dice Giovanna, 74 anni, appena arrivata da Roma allo scalo «Santa Lucia». «Viaggio sola, per diletto. Non venivo qui da tempo, insieme alla capitale è la città che amo più di tutte».

Le immagini di Venezia vuota hanno fatto il giro del mondo, ma hanno spinto tanti a volerla riscoprire. «Siamo partiti subito da Milano per venire qui - raccontano Luca e Renata trascinand­o grosse valigie – Venezia è imprescind­ibile». I passeggeri sono pochi, una cinquantin­a al massimo per treno a distanza, e l’autocertif­icazione è ormai un ricordo del lockdown. «È da stamattina che sono in treno, sono partita da Novara e ho fatto cambio a Milano» spiega Nausicaa, mentre le parte la suoneria del cellulare. «Devo rispondere, è mia mamma: non la vedo da due anni».

La distanza forzata ha portato a rinsaldare legami familiari che sembravano persi, ma ha anche separato chi faceva il pendolare da una regione all’altra e, invece di ritornare a casa, è rimasto bloccato lontano dalla propria famiglia. È la storia di due sorelle napoletane, la minore con un lavoro a Venezia, che solo ieri ha rivisto la maggiore arrivata con il primo treno da Napoli. «Ho voluto raggiunger­la: al momento, non avendo un lavoro fisso, ho più tempo libero di lei» racconta la maggiore, celando l’emozione dietro una mascherina nera. «Perché ho due valigie? Una è piena di cibo» dice ridendo.

C’è anche chi fa il viaggio contrario. Come Daniela, che vive a Venezia ma parte per riabbracci­are la famiglia a Napoli. Per lei, come per tutti gli altri viaggiator­i, la procedura è la stessa: misurazion­e della temperatur­a con termoscann­er ed esibizione del titolo di viaggio. I viaggiator­i da Milano, invece, alla partenza hanno ricevuto anche un sacchetto di carta contenente mascherina, guanti e gel sanificant­e. Poi, c’è chi torna dai propri amici, come la ventenne Camille partita da Firenze: «Ho visto la città poco prima del lockdown, completame­nte vuota – racconta, stringendo tra le braccia una piantina – è stata un’esperienza inquietant­e. Ora, voglio vederla risplender­e».

Anche a Padova i treni hanno visto scendere e salire molti passeggeri che non cambiavano regione da mesi. Noemi e Isabella, studentess­e di 17 anni, sono arrivate da La Spezia per una festa di compleanno: «La nostra amica l’ha organizzat­a solo quando ha saputo che potevamo esserci anche noi. Abbiamo cambiato tre treni regionali e trovato l’amuchina in tutte le stazioni. Ci è sembrato tutto sicuro e ben organizzat­o».

Roberto Modenese, 42 anni di Montagnana, torna a Roma dalla compagna per la prima volta da marzo: «Nel rifare la valigia mi sono sentito un po’ smarrito. I treni di Italo sono scesi da cinque a tre, le Frecce di Trenitalia sono sparite e i costi sono aumentati, ho speso più del doppio».

Monia Veronesi e Paolo Barboni sono arrivati da Modena in mattinata con il figlio piccolo: «L’abbiamo portato in ospedale per una visita fissata più di un anno fa» raccontano. «Abbiamo scelto il treno perché vicino all’ospedale c’è poco parcheggio e conviene prendere il taxi dalla stazione. Il nostro vagone era semi-vuoto, abbiamo notato grande disciplina sia nel rispetto delle distanze che nell’uso delle mascherine. Tornare a viaggiare fa un po’ paura, ma è una bella sensazione».

Ida, insegnante precaria di Lettere in un istituto agrario, arriva da Castelfran­co e aspetta la coincidenz­a per Benevento: «Torno dalla mia famiglia per la prima volta, avrei potuto tentare la “fuga” già nelle scorse settimane ma non l’ho fatto per senso civico. Non so ancora se a settembre verrò richiamata dalla stessa scuola e se la didattica si farà di nuovo in presenza, intanto parto con l’idea di fermarmi a casa almeno fino a fine agosto».

Francesco sta aspettando il Regionale per Bologna: «Vado a Ferrara in giornata a trovare un’amica - spiega -. Sono napoletano ma vivo a Padova, dove ho trascorso il lockdown, ed è la prima volta che mi allontano». Anche lui si sente tranquillo. «Ormai siamo tornati alla normalità».

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Un agente nella stazione di Santa Lucia, a Venezia, misura la temperatur­a corporea a una passeggera
Precauzion­i Un agente nella stazione di Santa Lucia, a Venezia, misura la temperatur­a corporea a una passeggera

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