Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Addio polemico di Tesoro «Non ho finito, dirò altro»

La lettera in cui l’ex capo dei vigili urbani annuncia le dimissioni ai colleghi: «Presto scriverò ancora sui perché della decisione»

- Nicola Chiarini

” Stoccata La decisione mi costerà parecchio economicam­ente Ma sono i soldi non riscossi migliori della mia vita

Giovanni Tesoro annuncia che presto vuoterà il sacco sulle ragioni che lo hanno spinto alle dimissioni dall’incarico di dirigente comunale, effettive dal prossimo 31 agosto. L’ex comandante della polizia locale, vicino all’ex sindaco Massimo Bergamin, lo esplicita nella lettera inviata lo scorso 28 maggio ai dipendenti dei settori — tra gli altri — Istruzione, Servizi sociali, Sport a cui era stato assegnato dal nuovo sindaco Edoardo Gaffeo, dopo poco più di un mese dal suo insediamen­to.

«Conto, appena avrò un po’ di tempo — scrive Tesoro — d’inviarvi una lettera di commiato nella quale espliciter­ò meglio le motivazion­i che mi hanno indotto a questo passo che non ho preso a cuor leggero e che, fino al mio recente trasferime­nto dalla polizia locale a questo settore, non avrei mai immaginato di dover un giorno arrivare a prendere».

Una volontà di chiarezza che il dirigente ha voluto marcare già nella prima missiva, inviata nell’immediatez­za delle dimissioni per «evitare che possano circolare informazio­ni di corridoio ritenute d’incerta attendibil­ità». Il 66enne Tesoro non nasconde il senso di liberazion­e per la scelta, maturata con qualche mese di anticipo sul raggiungim­ento dei requisiti per la pensione. «La situazione in cui ho trovato questo settore — argomenta — e le sempre nuove sorprese, pressoché quotidiane che mi vedo spuntare, ma non solo, mi hanno fatto giungere a questa decisione che mi costerà non poco dal punto di vista economico, ma che ritengo sia il danaro speso (o meglio non riscosso) nel modo migliore della mia vita».

Parole che alimentera­nno polemiche, già sollevate dal capogruppo della Lega, Michele Aretusini che, dall’opposizion­e, ha accusato il sindaco Gaffeo.

E proprio verso quest’ultimo, Tesoro avrebbe il dente avvelenato, per averlo rimosso da quella polizia locale di cui si è occupato per praticamen­te tutta la propria vicenda profession­ale, con incarichi apicali anche a Milano.

Il dirigente era approdato a Rovigo ad aprile 2015, per prendere il comando dei vigili, nei giorni del commissari­o straordina­rio Claudio Ventrice. Eletto sindaco a sorpresa Bergamin, Tesoro ne diviene la spalla operativa, nelle sue uscite da «sceriffo». Un’eredità troppo pesante per Gaffeo che, dopo la rovinosa cacciata del sindaco leghista nel febbraio 2019, si è insediato circa un anno fa. Tra le questioni più complesse che Tesoro lascerà, la chiusura della partita sul maxidebito delle piscine comunali e i riverberi dell’emergenza sanitaria, nella cui gestione i Servizi sociali sono stati in prima linea.

Tesoro, sempre a Rovigo, sta affrontand­o un processo, davanti al Collegio, per le accuse risalenti al periodo in cui era comandante dei vigili urbani. Contestati i reati di peculato d’uso, peculato semplice e alterazion­e fraudolent­a dei sistemi di rilevament­o delle presenze lavorative per la vicenda dell’uso dell’auto di servizio per andare a casa e a corsi di formazione.

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La missiva Il testo spedito ai colleghi da Giovanno Tesoro (sotto)

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