Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Brenta in piena, doppia tragedia annegano un ragazzino e un’anziana
Padova un ragazzino di 11 anni e una donna di 81 sono morti ieri nelle acque del Brenta a Grantorto, nel Padovano, e del naviglio del Brenta a Mira.
Il maltempo che si è abbattuto in questi giorni in Veneto ha gonfiato le acque di fiumi e torrenti. A Castelfranco, l’altra notte, è esondato l’avenale. E ieri, i fiumi, sono diventati loro malgrado protagonisti di due tragedie. La prima a Grantorto, nell’alta Padovana, dove è morto Aisa Oubella, 11 anni, inghiottito dalla corrente del Brenta in piena; la seconda a Mira, nel Veneziano, dove ha perso la vita nelle acque del naviglio del Brenta Carla Compagno, 81 anni, a poche centinaia di metri dalla casa in cui abitava.
Aisa Oubella, nato a Cittadella nell’agosto del 2008, figlio di genitori marocchini in Italia dalla fine degli anni ‘90 e che vivono nel comune ai confini con la provincia di Vicenza, era insieme alla sorella di 15 anni e al fratellino di 8 lungo l’argine in costume da bagno. Verso le 16.30, forse per recuperare un pallone o forse perchè è franato leggermente l’argine per il fango, è finito nelle acque agitate del Brenta. La sorella ha tentato di trattenerlo ma dopo alcuni istanti Aisa ha preso il largo, trascinato dalla corrente violenta che l’ha inghiottito. Una donna di 43 anni che faceva footing ha dato l’allarme e un altro ciclista ha tentato di seguire lungo l’argine la sagoma del ragazzino che provava invano a nuotare. L’elicottero del Suem è decollato da Padova e quello dei sommozzatori da Venezia per un tentativo disperato di salvarlo. Le prime ricerche hanno dato esito negativo poi dall’alto è stato riconosciuto il corpo che si era fermato sulle chiuse del ponte di Carturo a Piazzola. Il corpo ormai esanime è stato portato a riva dai pompieri e nel frattempo in zona sono arrivati i familiari del bambino e i carabinieri per i rilievi. La disperazione della madre, casalinga, è rimbombata nel silenzio dei campi e in serata, ha tentato il suicidio gettandosi in un torrente adiacente la sua abitazione. Salvata da parenti e vicini, è stata trasportata all’ospedale di Cittadella. «Era un ragazzino vivace che frequentava la scuola del paese racconta tra le lacrime un vicino - la famiglia è in Italia da almeno 20 anni, sono persone ben integrate e onesti lavoratori».
A Mira, nelle acque del naviglio del Brenta, ieri pomeriggio è stato trovato il cadavere di Carla Compagno. L’allarme è partito dal marito: si era allontanato da casa per alcuni minuti e, una volta rientrato, non ha più trovato traccia della moglie. Allo stesso tempo la chiamata ai soccorsi è arrivata da un passante. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, i vigili del fuoco e gli uomini del Suem. In seguito, è arrivato anche il magistrato di turno. Restano da chiarire i dettagli di come la donna sia finita in acqua: si teme che possa trattarsi di un incidente. Il solo dato certo è che le acque del naviglio, ieri, erano particolarmente impetuose.
Due tragedie in un giorno di apparente tregua dal maltempo che imperversa da alcuni giorni in tutto il Veneto e che ha spinto la Regione a dichiarare lo stato di crisi per gli eventi atmosferici che si sono verificati nelle province di Belluno, Padova, Treviso, Verona, Vicenza e della Città metropolitana di Venezia (particolarmente colpita Jesolo, finita sott’acqua l’altra notte).
Il ricordo di Aisa Era un ragazzino vivace, frequentava la scuola del paese e la famiglia è in Italia da almeno 20 anni, sono persone integrate e onesti lavoratori
L’assessore Bottacin È uno stato di crisi aperto, nel senso che in attesa del conta dei danni altri comuni potranno essere inseriti nel provvedimento
«È uno stato di crisi aperto spiega l’assessore regionale alla Protezione civile, Gianpaolo Bottacin - nel senso che in attesa del conta dei danni altri comuni potranno essere inseriti nel provvedimento».
Bottacin ha poi spiegato il caso della tracimazione dell’avenale a Castelfranco, nonostante fossero state aperte le casse di espansione - da poco costruite - di Riese e Castello di Godego. «Si sono riempite subito ed è per questo che l’avenale è esondato» ha detto l’assessore, quasi rassegnato di fronte al fatto che la natura è sempre un passo avanti all’uomo. Del resto, l’altra sera a Castelfranco si è stabilito il record giornaliero di pioggia: 131,4 millimetri in 24 ore. Una furia naturale - difficile da contenere.