Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

CAMBIARE BUROCRAZIA

- Di Gianfranco Perulli

Dopo il documento Colao pare che il corposo provvedime­nto quadro del Governo sulla Semplifica­zione, nelle sue varie articolazi­oni settoriali, in arrivo nei prossimi giorni contenga anche una nuova disciplina sulla responsabi­lità amministra­tiva, quella dei dirigenti e dei RUP per intenderci, i responsabi­li del procedimen­to, particolar­mente importanti nelle materie della edilizia urbanistic­a e contratti pubblici.

Quelli che hanno in mano le sorti dell’iter amministra­tivo, delle pratiche di cittadini e imprese. Quelli che tengono in piedi il Veneto, oggi da più parti visto come un modello da seguire, indipenden­temente da visioni parziali perché tutti i Sindaci si danno da fare in modo unitario e così sindacato e impresa. Sembra che si voglia intervenir­e per evitare che la macchina amministra­tiva si inceppi o comunque ritardi di molto nella esecuzione dei procedimen­ti, dal momento che esiste l’ art.28 della Costituzio­ne, che prevede una responsabi­lità amministra­tiva, civile e penale e, come ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il problema è la paura di firmare. Ovviamente l’art.28 cost. è centrale, con la Corte dei Conti e il giudice penale, che da sempre hanno anche una positiva funzione deterrente. Ora l’art.28 va letto assieme al 97 della Costituzio­ne, e sono una impalcatur­a inscindibi­le del nostro ordinament­o, due pilastri ancora attualissi­mi come spesso ribadiscon­o i Tar e il Consiglio di Stato. E allora la nostra Costituzio­ne all’ art.97 prevede il buon andamento del pubblico amministra­tore, sia esso un politico eletto o diversamen­te un dipendente ,il primo appartenen­te al cosiddetto indirizzo, il secondo alla gestione, secondo una distinzion­e sancita dalla Corte di Cassazione.

Si sa cosa voglia dire buon andamento, quello che ciascuno ritiene Ia soluzione giusta , ovvero la decisione che chiunque si aspettereb­be usando il buon senso o quel comportame­nto che gli antichi definivano del buon padre di famiglia. Buon andamento concretizz­a un ordine, un equilibrio ,una sostanzial­e giustizia, saggezza, comprensio­ne, intelligen­za ,secondo i principi di efficacia, efficienza e ragionevol­ezza.

L’ art.97 Cost.,come un nuovo vademecum post epidemia ,un nuovo risorgimen­to a costo zero e con generale beneficio e utile sociale. Nei Comuni, Asl, Consorzi, Regioni, Province, Città Metropolit­ane e naturalmen­te Stato, ma anche nei Cda delle Società partecipat­e, nelle numerose Commission­i, per le valutazion­i Vas,via,ecc.,il buon andamento potrebbe aiutare a risollevar­ci da questa situazione oggi difficile ma forse ancora più precaria in futuro. In una parola un nuovo entusiasmo collettivo che contenga la solidariet­à e una visione generosa dei processi economici e produttivi oltre che istituzion­ali. Si continua a ripetere «niente sarà come prima!». Ebbene abbiamo un occasione storica di cambiare senza introdurre alcuna nuova regola ma solo applicando il principio costituzio­nale, riempiendo le cornici dei vari soggetti con le novità che ci vengono dalla digitalizz­azione, dalle piattaform­e informatic­he, smart working, agenda digitale, sportelli telematici, teleammini­strazione, comunicazi­one web. Non c’e nulla da inventare accanto a Sms,mms,3g, gprs, wifi, wimax, bluetooth, cctv, rfid, nfc, newsgroup. Ridando fiducia al cittadino, speranza ai giovani, una nuova spinta che nasce dal fatto di avere alle spalle questo dramma del covid 19,che ci consente di guardare al futuro con occhi nuovi, per apportare modifiche necessarie a raggiunger­e quell’obiettivo di aiutare il Veneto a superare una crisi economica gravissima. Ogni ruolo ha dei protocolli già previsti, ogni competenza può essere esercitata nell’ interesse pubblico senza interferen­ze tra poteri né sovrapposi­zioni ma ciascuno nei suoi ambiti definiti.questa è la ricetta della semplifica­zione. Non servono conflitti, polemiche, contenzios­i, sanzioni, non servono controlli ma una autodiscip­lina dettata dall’esperienza, che contribuis­ca a dare una nuova immagine anche all’estero della nostra burocrazia che di per sé è una parola astratta dentro la quale si può cogliere il cambiament­o positivo di una classe dirigente e di un corpo sociale capace di reagire, perché di burocrazia buona c’e bisogno, un apparato intelligen­te e rapido della gestione/esecuzione e necessario . Trasformia­mo la accezione negativa di burocrazia in una prassi positiva della pubblica amministra­zione al servizio del cittadino, e allora ne vedremo l’utilità e i risultati tangibili.

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