Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Patto tra soci: «Chiarezza sui conti»
Scende in campo un nuovo patto di sindacato tra soci di Cattolica, denominato «le Api». Prima richiesta in vista dell’assemblea: chiarezza sui conti.
VERONA «Siamo contrari a quest’aumento di capitale non perché non vogliamo farlo ma perché non ci fidiamo». A parlare è Paola Boscaini. È lei, da qualche giorno, la presidente di «Le Api», patto di sindacato dei soci azionisti di Cattolica fondato da una decina di questi - non soltanto di Verona - con l’obiettivo di rimediare a «un punto debole, da sempre, cioè la mancata coesione tra le varie associazioni: pare che tutti i soci vogliano la stessa cosa, anche adesso, ma non si riesce mai ad andare avanti uniti». Classe ’54, lungo percorso in Cattolica chiuso nel 2007 come vicedirettore generale, oggi in pensione dopo un’esperienza da sindaco di Bussolengo, Boscaini è stata scelta perché, come spiega uno dei fondatori del patto, l’avvocato Aldo Bulgarelli, «conosce bene il settore assicurativo ma anche lo spirito che ha sempre contraddistinto Cattolica». Quella Cattolica che, con l’assemblea dei soci in videoconferenza fissata per sabato 27, affronterà la richiesta dell’ivass, l’authority di vigilanza sulle assicurazioni, di ricapitalizzare entro il 30 settembre con 500 milioni. La stessa Cattolica il cui «cambio di rotta degli ultimi dieci anni», secondo il nuovo patto di sindacato, «lascia pensare che quello spirito sia stato radicalmente modificato». Il che, nell’ottica de «Le Api» - la cui richiesta primaria è «chiarezza sui conti» - rende «lecito sollevare il dubbio se l’attuale governance», quella che vede presidente Paolo Bedoni, in carica dal 2006, «possa continuare a guidare la società». La preoccupazione per l’aumento richiesto da Ivass spinge il patto a ricordare «l’aumento di capitale del 2014 aveva creato i primi sospetti di non attenta gestione ai soci più avveduti: ma il sistema edulcorante delle assemblee ha portato a confermare la fiducia agli attuali amministratori». Se guardiamo allo «spirito» originario, Boscaini parte dai «compensi di Ad e management: da società cooperativa, Cattolica era da sempre tra le compagnie con gli stipendi più bassi, ma con l’avvento dell’attuale presidenza tanti compensi sono saliti. Se le compagnie del ramo vita andavano benissimo negli anni ‘90, nei 2000 le cose sono cambiate.
Nel ramo danni, di solito quello più redditizio, sono stati assunti rischi che hanno impoverito la qualità del portafoglio sul piano del risultato industriale. Sono stati effettuati acquisti, poi, che hanno portato perdite e poco hanno a che vedere con la parte assicurativa, vedi la tenuta di Ca’ Tron». Il patto di sindacato dice che «vogliamo sapere come stanno davvero le cose circa i conti», e guarda alle varie associazioni Cattolica al Centro, Amici di Cattolica, Soci Cattolica, Valorizziamo Cattolica, Piccoli azionisti di Cattolica sostenendo che «il Veneto è già stato abbastanza bastonato, tanti cittadini e Pmi hanno investito risparmi in Cattolica in quanto investimento sicuro ed è indispensabile la coesione per evitare che l’ultimo baluardo della finanza veronese venga perduto».
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La platea dei soci di Cattolica Assicurazioni supera le 24 mila unità
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La compagnia è attesa da un aumento di capitale da 500 milioni