Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Gli algoritmi di Moody’s per avere linee di credito più rapide (causa Covid)
TREVISO Fornire all’istituto bancario a cui si chiede un credito secondo i criteri del Decreto Liquidità gli elementi che confermino in modo indiscutibile come le difficoltà finanziarie siano sorte in seguito alle conseguenze dell’epidemia e non per ragioni radicate in periodi precedenti. È la sfida che Assindustria Venetocentro intende superare per permettere ai propri associati di ottenere una corsia preferenziale nei rapporti con le banche, attraverso uno strumento presentato ieri e che si chiama «Covid-19 Passport finanziario». Il meccanismo è stato individuato in collaborazione con Credit Data Research e Crif Realtime Ltd, dunque sigle che riflettono competenze ai massimi livelli in materia di rischio del credito per le Piccole e medie imprese. Semplificando, un’azienda certa di trovarsi nelle condizioni di poter accedere ai canali aperti dal Governo per ottenere linee di credito garantite e dunque di poter dimostrare che il proprio stato di tensione attuale non ci sarebbe se non fosse intervenuto il lockdown, può autorizzare osservatori terzi a guardare nei propri bilanci e nelle dinamiche dei flussi bancari. Cioè accedere al sistema interbancario e confrontare i dati degli ultimi sei mesi del 2019 con quelli da gennaio in qua. Poi è un lavoro di algoritmi, fondati su formule normalmente usate nientemeno che da Moody’s, e che non dovrebbe durare più di una decina di giorni. Alla fine il risultato, che altro non è se non una specie di pagella di standing creditizio, può essere consegnata alla banca di riferimento la quale, a quel punto, non dovrebbe più trovare agganci per sollevare contestazioni. «L’analisi – spiegano ad Assindustria Venetocentro - potrà senza dubbio favorire la rapidità delle istruttorie, da parte delle banche, per la concessione di nuovi finanziamenti garantiti dallo Stato, consentendo che la nuova liquidità, di cui le imprese necessitano, venga erogata in tempi molto rapidi». Presidente e vicepresidente vicario, Maria Cristina Piovesana (in foto) e Massimo Finco, ricordano anche che l’associazione «ha sempre investito nell’innovazione, anche per l’accesso al credito e nella finanza aziendale. Comunicare correttamente con il sistema bancario per superare questa fase è fondamentale. L’utilizzo del patrimonio informativo disponibile attraverso l’open Banking è un prezioso alleato a questo scopo e rafforza ancora di più il valore informativo del Credit Passport, strumento sul quale, primi in Italia, abbiamo creduto da subito». L’amministratore delegato di Crif Business Solutions, Alessio Balduini, ricorda come la società londinese alla quale appartiene abbia sempre avuto come missione quella di «innovare il mercato e aiutare le Pmi a creare resilienza e accedere ai finanziamenti di cui hanno bisogno. Questo non è mai stato così importante come ora, e sono lieto che possiamo fornire una soluzione che aiuti gli imprenditori a navigare in questi tempi difficili».