Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Morto in casa, nessuno lo cercava
Non sarà facile per l’usl smaltire tutto l’arretrato generato dall’emergenza coronavirus, tanto che le prestazioni ambulatoriali in attesa di essere riprogrammate sono circa 40 mila. La conferma è arrivata ieri dal direttore generale Domenico Scibetta e dal direttore sanitario Patrizia Benini, che hanno fatto il punto della situazione sulla fase 2 e sulle nuove modalità di prenotazione. Durante il lockdown l’usl ha dovuto congelare 3.500 interventi e 75 mila prestazioni ambulatoriali, di cui 47.600 già prenotate, 21 mila in «galleggiamento» (cioè in attesa di concordare un appuntamento) da inizio marzo e 6.500 richieste da medici di medicina generale e specialisti tra il 14 marzo e il 4 maggio. Un ingorgo accentuato dalle nuove norme sanitarie e dalle croniche carenze di personale, oltre che dalle prenotazioni successive al 4 maggio: «Le prescrizioni su distanziamento e sanificazione - spiega Benini - hanno notevolmente ridotto il volume delle prestazioni erogabili in pari tempo, tanto che in una seduta ambulatoriale il calo può arrivare al 40%. Inoltre restano alcune prestazioni con grosse difficoltà a causa della carenza di specialisti, in particolare a oculistica».
Mercoledì la corsa contro il tempo ha portato l’usl a eseguire 60 interventi chirurgici e 4.710 visite in ambulatorio, ma finora le attività riprogrammate non superano la metà del totale. E intanto il call center è passato dalle 25
Il suo cadavere è rimasto sul pavimento della casa di via Guicciardini all’arcella per almeno un mese senza che nessuno lo cercasse. È stato trovato privo di vita ieri mattina dalla polizia Bernardo Arcese, classe 1940, nativo di Arce (Frosinone), ma che da tempo viveva in città. L’ottantenne, tecnico del suono ed ex proprietario di Edizioni Tecniche Audiovisive mila chiamate settimanali dell’era pre-covid alle attuali 37 mila (+47%): «Abbiamo rinforzato il centralino con 12 operatori - commenta Scibetta -. L’enorme quantità di richieste ci sta mettendo a dura prova, stiamo lavorando per rimediare». A tal proposito, l’usl ha attivato un call center dedicato ai prelievi, disponibile sia allo 049/7445983 che tramite due app (Prenotami.cloud
Italiane, era in avanzato stato di decomposizione. La causa del decesso sarebbe riconducibile a un malore. L’uomo non si era mai sposato e non aveva figli o parenti. A dare l’allarme sono stati alcuni operai di un cantiere edile che hanno richiesto l’intervento delle volanti sentendo uno strano odore provenire dall’abitazione.
(a.pist.) e Servizio zero coda). Anche l’istituto oncologico veneto (Iov) ha visto un aumento delle richieste di prestazioni. «Prima della pandemia ci arrivavano circa 700 mail al mese, ora sono più di 3 mila – dice il direttore sanitario Maria Giuseppina Bonavina –. In tre mesi abbiamo svolto oltre 5 mila controlli a distanza, segno che i pazienti hanno capito quanto sia importante non abbassare la guardia». A parte alcune prestazioni differibili, lo Iov non deve recuperare nulla dal momento che non ha mai chiuso i battenti.
Tornando all’usl, ieri Scibetta ha annunciato che da lunedì l’obitorio di Piove di Sacco rimarrà chiuso per tre settimane: le salme verranno mandate a Schiavonia. Per quanto riguarda il caso della badante positiva arrivata in pullman dalla Moldavia, il dipartimento di prevenzione ha messo in isolamento quattro persone che sono scese a Padova con lei, e sta cercando di rintracciarne altre otto. Anche per questo, il numero delle persone in isolamento domiciliare ieri è salito da 112 a 122.
Infine, una bella storia da Schiavonia: durante il lockdown le ostetriche hanno spiegato come assistere le donne in gravidanza a tutti gli operatori del pronto soccorso, e il primo giugno un infermiere ha messo in pratica gli insegnamenti per portare a termine un parto in ambulanza.