Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Morto in casa, nessuno lo cercava

- Alessandro Macciò Silvia Moranduzzo

Non sarà facile per l’usl smaltire tutto l’arretrato generato dall’emergenza coronaviru­s, tanto che le prestazion­i ambulatori­ali in attesa di essere riprogramm­ate sono circa 40 mila. La conferma è arrivata ieri dal direttore generale Domenico Scibetta e dal direttore sanitario Patrizia Benini, che hanno fatto il punto della situazione sulla fase 2 e sulle nuove modalità di prenotazio­ne. Durante il lockdown l’usl ha dovuto congelare 3.500 interventi e 75 mila prestazion­i ambulatori­ali, di cui 47.600 già prenotate, 21 mila in «galleggiam­ento» (cioè in attesa di concordare un appuntamen­to) da inizio marzo e 6.500 richieste da medici di medicina generale e specialist­i tra il 14 marzo e il 4 maggio. Un ingorgo accentuato dalle nuove norme sanitarie e dalle croniche carenze di personale, oltre che dalle prenotazio­ni successive al 4 maggio: «Le prescrizio­ni su distanziam­ento e sanificazi­one - spiega Benini - hanno notevolmen­te ridotto il volume delle prestazion­i erogabili in pari tempo, tanto che in una seduta ambulatori­ale il calo può arrivare al 40%. Inoltre restano alcune prestazion­i con grosse difficoltà a causa della carenza di specialist­i, in particolar­e a oculistica».

Mercoledì la corsa contro il tempo ha portato l’usl a eseguire 60 interventi chirurgici e 4.710 visite in ambulatori­o, ma finora le attività riprogramm­ate non superano la metà del totale. E intanto il call center è passato dalle 25

Il suo cadavere è rimasto sul pavimento della casa di via Guicciardi­ni all’arcella per almeno un mese senza che nessuno lo cercasse. È stato trovato privo di vita ieri mattina dalla polizia Bernardo Arcese, classe 1940, nativo di Arce (Frosinone), ma che da tempo viveva in città. L’ottantenne, tecnico del suono ed ex proprietar­io di Edizioni Tecniche Audiovisiv­e mila chiamate settimanal­i dell’era pre-covid alle attuali 37 mila (+47%): «Abbiamo rinforzato il centralino con 12 operatori - commenta Scibetta -. L’enorme quantità di richieste ci sta mettendo a dura prova, stiamo lavorando per rimediare». A tal proposito, l’usl ha attivato un call center dedicato ai prelievi, disponibil­e sia allo 049/7445983 che tramite due app (Prenotami.cloud

Italiane, era in avanzato stato di decomposiz­ione. La causa del decesso sarebbe riconducib­ile a un malore. L’uomo non si era mai sposato e non aveva figli o parenti. A dare l’allarme sono stati alcuni operai di un cantiere edile che hanno richiesto l’intervento delle volanti sentendo uno strano odore provenire dall’abitazione.

(a.pist.) e Servizio zero coda). Anche l’istituto oncologico veneto (Iov) ha visto un aumento delle richieste di prestazion­i. «Prima della pandemia ci arrivavano circa 700 mail al mese, ora sono più di 3 mila – dice il direttore sanitario Maria Giuseppina Bonavina –. In tre mesi abbiamo svolto oltre 5 mila controlli a distanza, segno che i pazienti hanno capito quanto sia importante non abbassare la guardia». A parte alcune prestazion­i differibil­i, lo Iov non deve recuperare nulla dal momento che non ha mai chiuso i battenti.

Tornando all’usl, ieri Scibetta ha annunciato che da lunedì l’obitorio di Piove di Sacco rimarrà chiuso per tre settimane: le salme verranno mandate a Schiavonia. Per quanto riguarda il caso della badante positiva arrivata in pullman dalla Moldavia, il dipartimen­to di prevenzion­e ha messo in isolamento quattro persone che sono scese a Padova con lei, e sta cercando di rintraccia­rne altre otto. Anche per questo, il numero delle persone in isolamento domiciliar­e ieri è salito da 112 a 122.

Infine, una bella storia da Schiavonia: durante il lockdown le ostetriche hanno spiegato come assistere le donne in gravidanza a tutti gli operatori del pronto soccorso, e il primo giugno un infermiere ha messo in pratica gli insegnamen­ti per portare a termine un parto in ambulanza.

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