Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Rogo di Londra «non accettiamo il risarcimen­to»

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Proposti 68mila euro a ogni vittima del rogo della Grenfell Tower di Londra, dove morirono i fidanzati veneti Gloria Trevisan e Marco Gottardi. «Non accetterem­o mai», dice la famiglia di lei.

Leggeranno una lettera in diretta Facebook. E si stringeran­no nell’abbraccio della città, riunita, qui come oltre Manica. La commemoraz­ione di Marco e Gloria, vittime dell’incendio della Grefell Tower si farà domani a Londra. Non mancherà nessuno: amici, parenti, genitori si colleghera­nno tutti in diretta. Sono passati tre anni dalla tragedia che ha spezzato le loro vite e adesso, mentre l’acero che ha piantato in Italia Giannino Gottardi, papà di Marco, intreccia i suoi rami con quello piantato per Gloria arriva il momento del ricordo. «Faremo una commemoraz­ione in chiesa - spiega Gottardi - poi porterò il papà di Gloria a vedere il loro albero. Sembrano abbracciar­si, è meraviglio­so». Da un punto di vista legale, almeno per la famiglia Gottardi c’è ancora attesa. «Proposte di risarcimen­to? Per ora non ufficiali». Del risarcimen­to invece aveva parlato ieri l’avvocato della famiglia di Gloria. «Il risarcimen­to proposto finora è di 68 mila euro per ognuna delle vittime dell’incendio della Grenfell Tower. Questa è una cifra che noi, e parlo in nome della famiglia di Gloria che rappresent­o, non accetterem­o mai»,dice Maria Cristina Sandrin . Ieri 12 giugno, era l’ultimo giorno per presentare richiesta di risarcimen­to nel processo londinese sull’incendio. Sandrin, come i legali di molte altre famiglie delle vittime e i sopravviss­uti della Grenfell Tower hanno radicato negli Stati Uniti la causa per i risarcimen­ti chiesti a colossi dell’industria come la Arconic, costruttri­ce dei pannelli di rivestimen­to del grattaciel­o, e la Whirlpool, per il frigorifer­o dal quale, secondo le indagini, partì il rogo. «Entro sera - spiega Sandrin - dobbiamo trovare una soluzione comune con gli altri studi legali incaricati dalle famiglie delle altre vittime. Per noi la linea per ora è puntare sul danno psicologic­o che in Gran Bretagna è molto considerat­o». Un danno dato dalle circostanz­e strazianti della morte dei giovani che, mentre il fuoco avanzava, chiamarono i genitori per dire loro addio. «Una circostanz­a che non può essere dimenticat­a - continua Sandrin - queste famiglie assistette­ro pressoché in diretta alla morte dei loro cari». (a.d’e.)

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