Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Con il lockdown salta l’espulsione e lui torna a impaurire il paese

- Andrea Pistore

Era monitorato da giorni Abdelouahe­d Atourabi dopo essere ricomparso a Piove di Sacco da dove era stato allontanat­o prima del lockdown e imbarcato verso un Centro di Permanenza alle porte di Roma per il rimpatrio. Il marocchino era balzato agli onori delle cronache il 7 gennaio quando aveva devastato l’ufficio postale del paese, provocando danni per 100 mila euro. Mentre si riprendeva con il cellulare, aveva distrutto computer, banconi, suppellett­ili perché non gli era stato accreditat­o il reddito di cittadinan­za. Le successive indagini avevano dimostrato come Atourabi non avesse i requisiti per continuare a percepirlo. Intanto il marocchino ha creato altri problemi: il 9 gennaio era stato denunciato per invasione di edifici e il 15 febbraio era stato ammanettat­o dopo aver preso a bottigliat­e una commessa del centro commercial­e Piazza Grande che l’aveva scoperto a rubare tra gli scaffali. I carabinier­i per quest’ultimo episodio l’avevano segnalato in procura tanto che gli era stato revocato il permesso di soggiorno ed era stato accompagna­to al Cpt di Ponte Galeria. Qualche giorno dopo sono scattate le misure anti diffusione del Covid con la chiusura delle frontiere. Risultato? Nessun rimpatrio e ritorno in libertà. Di lui si sono perse le tracce fino a fine maggio quando alcuni cittadini, terrorizza­ti, l’hanno avvistato tra le piazze di Piove. In queste settimane il nordafrica­no non ha causato problemi ma l’altro ieri i militari l’hanno scovato in un bar del paese. Accompagna­to in questura, gli è stato notificato un secondo provvedime­nto di espulsione ed è stato portato a Gradisca d’isonzo in attesa del definitivo rimpatrio. Nel tragitto verso il Friuli ha anche devastato l’auto della pattuglia al grido di: «Non voglio lasciare l’italia». La vicenda ha avuto anche strascichi politici con la Lega che ha attaccato attraverso il consiglier­e comunale di Piove Andrea Recaldin: «Il rimpatrio è il minimo sindacale ma qualcuno deve spiegarci come mai con un paese bloccato lui sia riuscito a tornare qui».

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