Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Casalesi di Eraclea, 300 testi Citati Lamorgese e i pentiti
Le richieste di pm e difese: c’è il figlio di «Sandokan»
Ci sono tutti i prefetti di Venezia dal 1997 a oggi, tra cui anche l’attuale ministro dell’interno Luciana Lamorgese, che ha ricoperto quell’incarico tra il 2010 e il 2012. Ma anche gli eredi pentiti di due tra i più pericolosi boss della camorra casalese, ovvero Nicola Schiavone (figlio di Francesco «Sandokan») e Raffaele Bidognetti, il cui padre Francesco è invece conosciuto con il soprannome di «Cicciotto ‘e mezzanotte». E pure il governatore del Veneto, il presidente del Consiglio regionale e l’assessore al Turismo, che però quando saranno in aula potrebbero non essere più Luca Zaia, Roberto Ciambetti e Federico Caner.
Spulciando le liste testi presentate dai pm Roberto Terzo e Federica Baccaglini e dai difensori dei 46 imputati nel maxi-processo al clan casalese di Eraclea, si percepisce l’enormità del processo che è iniziato giovedì. I testimoni potrebbero essere più di 300, forse addirittura verso i 400: e infatti il collegio guidato dal giudice Stefano Manduzio ha già calendarizzato fino a fine anno 28 udienze, a partire da quella di lunedì quando verranno sciolte le riserve sulle parti civili. La procura ha citato 238 testimoni, che in realtà sono di più perché tra poliziotti, finanzieri e carabinieri ci sono diversi nomi per ogni numero, anche se dovrebbero essere sentiti «in alternativa». I difensori del presunto boss Luciano Donadio, gli avvocati Renato Alberini e Giovanni Gentilini, hanno risposto con 266 nomi, anche se la maggior parte sono sovrapponibili. Sono stati loro a citare Lamorgese e Schiavone, così come ha fatto l’avvocato Giuseppe Brollo, che difende l’altro «big» Raffaele Buonanno e vuole sapere da Bidognetti se la moglie del suo cliente, Filomena Iorio, cugina di suo padre «Cicciotto», frequentasse ancora la famiglia. (a. zo.)