Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Capitale del volontariato fino a metà 2021
Il calendario si estende dopo il blocco. «Evento finale con leader europei»
Slitta di sei mesi la chiusura dell’anno di Padova capitale europea del volontariato. La macchina dei preparativi corre veloce mentre l’attenzione per la solidarietà viene mantenuta alta dal flash mob di ieri mattina al Portello. «Ci siamo accordati con il Centro europeo volontariato per chiudere le manifestazioni entro maggio o giugno 2021 – spiega Emanuele Alecci, presidente del Csv – Concluderemo con un grande summit al quale saranno invitati anche leader europei per parlare di economia, solidarietà e coesione sociale. Il titolo resterà per sempre e per noi è stato un grande onore essere scelti, oltre a una grande responsabilità come ha fatto notare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella». Non solo, il 5 dicembre nella giornata internazionale del volontariato verrà nominata la capitale europea del volontariato 2022 e alla cerimonia parteciperanno anche alcuni delegati tedeschi. «Speriamo riesca a venire anche la cancelliera Angela Merkel – continua Alecci – Con gli amici di Berlino, capitale del volontariato 2021, abbiamo contatti costanti in questo difficile periodo».
Mentre fervono i preparativi dei grandi eventi, continua la raccolta fondi per il progetto «Per Padova noi ci siamo» che ha messo in campo nei mesi scorsi 1637 volontari, consegnato 40 mila buoni spesa e 8 mila mascherine a 3500 anziani soli tra marzo e aprile, oltre a 136 tablet e pc agli studenti in difficoltà con la didattica online. Ieri mattina in piazza Portello una ventina di volontari ha letto alcune storie di persone che hanno chiesto aiuto, come quella di Jasmine, 10 anni, che ha chiamato per chiedere la spesa al posto della mamma che non parla bene l’italiano. Storie di drammi, difficoltà e povertà che con la pandemia hanno fatto emergere situazioni problematiche anche in pezzi della società insospettabili. A chiedere la spesa, per esempio, sono stati anche professionisti con partita iva, famiglie che al di fuori apparivano benestanti, lavoratori che non hanno potuto lavorare e che non ricevevano la cassa integrazione. Persone che fino a pochi mesi fa soffrivano in silenzio sono usciti allo scoperto.