Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Cimitero, sale la tensione «Incubo nuovo maxi debito»

Anche Lista Menon e M5S all’attacco: revisionar­e il project financing «Evitare caso piscine-bis». Ma Gaffeo insiste: «Non ci sono i margini»

- Nicola Chiarini (ha collaborat­o Natascia Celeghin)

Si fa sempre più tesa la questione «cimitero», in consiglio comunale. Lista Menon e M5S si uniscono alla richiesta di revisione del project financing per l’ampliament­o del cimitero di viale Oroboni, avanzata venerdì da Antonio Rossini (Civica Gambardell­a). «Trovo la richiesta di Rossini più che legittima» dice il capogruppo pentastell­ato Mattia Maniezzo, paventando il rischio di un bis del maxi-debito delle piscine Baldetti.

Il centrosini­stra, oggi al governo, all’epoca aveva contestato duramente dall’opposizion­e l’operazione che ora si trova a portare avanti con Edoardo Gaffeo che sta esaminando la questione con l’avvocatura, ma ribadisce come mancherebb­ero gli spazi per divincolar­si dagli obblighi ereditati.

«L’amministra­zione- ricorda il sindaco avrebbe potuto procedere in autotutela entro 18 mesi dal voto in aula e non lo ha fatto. Noi ci siamo insediati un anno fa, a termini scaduti». Una situazione che avvantaggi­a i soli privati, per Mattia Milan. «Un loculo per 30 anni avrà un costo di 3.355 euro contro i 1.922 della vecchia convenzion­e – osserva il capogruppo della Lista Menon – senza contare che gli invenduti al termine del contratto, a scadenza nel 2039, dovranno essere acquistati dal Comune o compensati con un allungamen­to dell’intesa. In pratica il rischio di impresa non c’è e dall’operazione complessiv­amente ai privati arriverann­o, secondo il piano finanziari­o presentato, 15 milioni di ricavi certi con un utile di circa 3,5 milioni».

Senza contare che, sempre secondo Milan, il concentrar­e le risorse sul solo camposanto centrale, lascerà scoperte le esigenze di quelli periferici nelle frazioni. «Chiaro che i privati sono contentiss­imi di questo progetto» sottolinea il capogruppo. Risale al 2002 (sindaco era il forzista Paolo Avezzù) il project financing per l’ampliament­o del cimitero con 3.060 loculi, 1.008 ossari, decine di tombe di famiglia. La società Arcobaleno, costituita in origine da Cles e Manutencoo­p, vinse il bando.

Il primo stralcio fu regolarmen­te compiuto nel 2004. La vendita dei loculi, però, non proseguì con l’attesa celerità. La società in difficoltà bloccò gli stralci successivi previsti nel 2008 e nel 2013. «Intanto nel 2011 – riprende Milan – la società comunale Asm Spa, con presidente Giovanni Salvaggio (oggi consiglier­e Pd ndr), acquista il 90 % di Arcobaleno per 200.000 euro. Poi la società diventa inattiva e fa paradossal­mente causa al Comune. E anche per cancellare questa causa, nel 2017 venne detto dall’amministra­zione del leghista Massimo Bergamin che era convenient­e accettare un nuovo project financing. Una volta votata la convenzion­e che trasformav­a la inattiva Arcobaleno in una società con laute prospettiv­e, Asm, con presidente Alessandro Duò, vende le quote alla Sta Srl nel luglio 2018. Quote comprate a 200.000 euro e rivendute a 43.200».

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Contestato La realizzazi­one del cimitero a rischio

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