Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Aprono disco, fiere, sagre e slot
Zaia gioca d’anticipo e «libera» le ultime attività. Il ministro D’incà: tanta confusione per 7 giorni in più o in meno
Nuova ordinanza della Regione che anticipa l’apertura di discoteche (altrimenti prevista fra un mese), fiere, sagre e slot, Casinò di Venezia incluso. Critico il ministro D’incà.
Il Veneto gioca d’anticipo ancora una volta. Stavolta, però, con quella che potrebbe essere fra le ultime ordinanze regionali, si guadagna quasi un mese rispetto alle ultime riaperture inquadrate dal Dpcm dell’11 giugno, non una o due settimane. Dovesse battezzarla, il governatore Luca Zaia, la chiamerebbe «Ordinanza apri-tutto». Le date da segnare in agenda sono il 15, il 19 e il 25 giugno.
L’allungo più ardito riguarda Congressi e grandi eventi fieristici, le discoteche e il Casinò di Venezia. Per tutti si torna in affari il 19 giugno, venerdì. Il Dpcm, invece, per queste attività, fissa il 14 luglio. Uno strappo veneto? No alla luce della linea perseguita da Zaia di non farsi impugnare nulla da Roma. Del resto la possibilità per le Regioni di anticipare alcune date è prevista dallo stesso Dpcm che recita: «Le regioni, in relazione all’andamento epidemiologico nei loro territori, possono stabilire una diversa data di ripresa delle attività, nonché il numero di spettatori». L’inciso compare al punto che parla di locali e sale da ballo, anche all’aperto. In Veneto, invece, da venerdì ballare si potrà ma solo all’aperto e soltanto con la modalità del «ballo solitario». Restano banditi i lenti (ammesso che si usi ancora), salsa e merengue, il tango, il liscio e, in generale, i balli di coppia.
L’annuncio, nel corso di quello che è ormai l’appuntamento fisso della conferenza stampa del governatore, è stato accolto in modi anche diametralmente opposti. C’è chi plaude all’efficienza veneta. È il caso dei gestori dei locali da ballo. Per tutti parla Franco Polato, presidente provinciale di Silb-confcommercio (il sindacato dei gestori delle discoteche): «Come inizio mi pare buono: è la strada per la liberalizzazione totale ma si poteva fare sicuramente prima. Siamo stati i primi a chiudere e non ci sono mai state misure di sostegno per noi dal governo. Accogliamo, comunque, questa ordinanza del presidente Zaia, nella speranza che presto si arrivi ad una normalizzazione dell’attività del divertimento». Ma c’è anche chi si chiede se l’affastellarsi di Dpcm e ordinanze regionali non ingeneri più confusione che altro. Questo il contenuto di molti commenti social alle «dirette del presidente».
Fatto sta che il calendario delle «ultime riaperture» è fitto. Domani, come in tutta Italia, riaprono i battenti cinema, teatri, circhi, spettacoli viaggianti,arene, spettacoli lirici, sinfonici e musicali. «Il principio individuato - spiega il governatore - è semplice. Dove ci sono sedute identificabili, si procede con l’alternanza di un posto occupato e un posto vuoto. Dove invece non ci sono le sedute, vale il metro di distanza, facile». Al cinema o a teatro, una volta seduti, non sarà necessario tenere la mascherina che va indossata all’entrata e all’uscita. Tutte le sale dovranno essere poi sanificate a ogni turno di spettacolo. Fra gli annunci più attesi, ma qui passiamo al 19 giugno, c’è la riapertura di sagre e fiere. Qui le prescrizioni, individuate come per ogni altro settore, dal corposo volumetto di quasi 50 pagine di linee guida concordato dalla Conferenza delle Regioni e vidimato da Roma, prevedono l’uso della mascherina e il distanziamento di un metro oltre alle norme di igienizzazione.
Fra le novità della nuova ordinanza c’è il passaggio dall’obbligo alla raccomandazione per la rilevazione della temperatura. «Non escludo ci possano essere altri allentamenti se tutto va come deve andare» spiega Zaia. Tornando all’elenco delle serrande che si rialzano, ci si imbatte in sale slot, sale giochi e sale bingo dal 19 così come il Casinò di Venezia che, un unicum, si è autoprodotto le linee guida (ovviamente vagliate e approvate). L’ultimo braccio di ferro con Roma riguarda tutti gli sport di contatto, dal calcetto al rugby, fino alla pallavolo «al momento - spiega Zaia - abbiamo fissato il 25 giugno ma confidiamo di poter anticipare dopo l’interlocuzione con il ministero della Salute».
L’ordinanza conferma le misure adottate per le riaperture di maggio ma include anche
alcune modifiche non irrilevanti. I servizi per l’infanzia zero-17 anni vedono cambiare il rapporto fra educatori e bambini e anche qui la misurazione della temperatura diventa «raccomandata» così come l’uso della mascherina obbligatorio solo se manca il distanziamento. I dettagli delle linee guida delle Regioni scendono in dettagli minimi, ad esempio per chi suona uno strumento a fiato, per gli ottoni, ad esempio, la saliva è inevitabile. E poi, ancora, si distingue fra piscine condominiali in cui si può nuotare e quelle più piccole su cui le norme si allentano.
Un punto a parte dell’ordinanza riguarda i turisti stranieri (che sono il 66,7% dei turisti in Veneto) ma anche i turisti che arrivano da fuori regione. «Non succederà, premette Zaia - ma se succedesse i turisti risultati positivi al Coronavirus in Veneto dovranno essere presi in carico dai servizi d’igiene e prevenzione delle Ulss competenti nel territorio del loro alloggio e stare in isolamento per 14 giorni negli alberghi convenzionati. Spero che non si verifichi mai ma in sostanza si tratterà di una quarantena in vacanza». Eventuali costi a carico del servizio sanitario saranno coperti dalla Regione. «È anche un fatto di accoglienza» conclude il governatore.