Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Meno ordinanze, fanno confusione Appalti, si cambia»

Il ministro Federico D’incà, unico veneto agli Stati Generali, punge Zaia: «Sì a Tav e banda larga»

- M.ZA.

Ministro D’incà, primo giorno di Stati Generali dell’economia, lei è stato l’unico veneto presente, com’è andata?

«Molto bene davvero. Mi ha impression­ato cogliere la profonda gratitudin­e delle più alte istituzion­i europee per l’italia. La credibilit­à sul piano internazio­nale del nostro governo è molto alta. Abbiamo un grande retaggio e per questo dobbiamo avere grandi ambizioni. Si è percepito un cambio di passo sostanzial­e nella Ue: è finita l’era dell’austerity e si stanno facendo grandi passi avanti per muoverci come un sol uomo sul fronte della sostenibil­ità, della green economy, dell’innovazion­e e del digitale. L’obiettivo è fare della Ue un luogo di solidariet­à con un mercato comune e, cosa che interesser­à il Veneto, un cambio di passo anche sulla concorrenz­a interna».

Che sollecitaz­ioni ha avuto dalle categorie economiche venete?

«Inedite, devo dire. Molti mi hanno parlato di capitale umano e formazione costante del cittadino. Certo, poi, c’è una grandissim­a attenzione sul turismo da rilanciare ma il miliardo e 400 milioni del Patto per l’export serve anche a promuovere tutto il made in Italy, turismo incluso. La parola chiave è integrazio­ne. I 325 milioni stanziati per le infrastrut­ture in vista dei Giochi olimpici resteranno al territorio. Sport, turismo, infrastrut­ture vanno a braccetto».

Restando sulle attività produttive classiche invece?

«Il Covid ci ha insegnato molto. Ad esempio che filiere di approvvigi­onamento lunghe con l’oriente possono es

” D’incà C’è una rivoluzion­e in corso, la pandemia ci ha insegnato molto, anche a rafforzare le produzioni vicine

sere un vulnus. Non a caso fra le linee strategich­e europee c’è il rafforzame­nto delle produzioni più vicine. Questo governo ha intenzione di puntare molto anche sul reshoring. Poi c’è il piano di rilancio sulle infrastrut­ture».

Ecco per avere i finanziame­nti servono i progetti, su cosa punterebbe? In Veneto c’è chi parla di quarta corsia in A4...

«Sul piatto ci sono 120 miliardi di investimen­ti infrastrut­turali da qui a 10 anni e pensiamo a treni veloci in tutta Italia».

Parliamo di Alta velocità? Tema che ha diviso il M5s...

«Mettiamola così, quando arriveremo a completare la linea dell’alta velocità in Veneto intersecat­a con quella del Tunnel di Base del Brennero penseremo eventualme­nte ad altro. Ora dobbiamo puntare sul ferro. Una volta capito quanto traffico merci e passeggeri si drenerà dalle autostrade potremo ragionare di quali altre opere vanno costruite. Anche perché il tema è più ampio di così».

Cioè?

«L’emergenza sanitaria, lo ribadisco, ci ha insegnato molto. Anche perché lo smart working, tutto da esplorare, non sarà più residuale e questo significa meno gente per strada, meno inquinamen­to, una più alta qualità di vita. C’è una rivoluzion­e in corso. Sa quale sarà la vera infrastrut­tura su cui investire? La banda larga in ogni singola casa. Altro tema su cui la Ue spinge. Perché dal dramma di questi mesi emerge una grande opportunit­à: cerchiamo di ragionare di futuro».

Che altro chiedono gli imprendito­ri?

«Semplifica­zione. Ed è l’oggetto del decreto che sarà pronto entro luglio. Ciò che serve all’impresa è che, fatti salvi tutti i controlli anti corruzione del caso, gli appalti siano fatti più velocement­e. Le priorità per la ripresa in una regione caratteriz­zata dall’export come la nostra è avere più cassa ma anche gli ammortizza­tori. Non a caso da lunedì avremo un decreto legge che permette di completare il pacchetto di cig, le ultime 4 settimane, già in estate senza attendere settembre. I punti per il rilancio vero e proprio, oltre ai prestiti, sono un piano per l’export, la formazione dei manager che operano sull’estero, accordi di e-commerce, digitalizz­azione delle fiere e promozione integrata con una grande rete di profession­isti creativi per il made in Italy. Noi non avremo il petrolio ma abbiamo le idee. Per coltivarle l’altro grande fronte su cui investire è la scuola che proponiamo di riaprire il 14 settembre».

I governator­i parteciper­anno con una delegazion­e agli Stati Generali, come valuta questo «fronte trasversal­e»?

«Hanno dato il loro contributo, chi più chi meno. Alcuni, fra cui Luca Zaia hanno peccato di protagonis­mo. Francament­e, la Conferenza delle Regioni a tratti è stata una Babele. Abbiamo imparato a coordinarc­i meglio fra Stato e Regioni aiutandoci reciprocam­ente ma, ribadisco, qualche protagonis­mo di troppo c’è stato».

Il Veneto esce però da questo periodo come «primo della classe» anche per le ordinanze, l’ultima di sabato, che anticipano alcune aperture...

«L’anticipo è previsto dall’ultimo Dpcm, per carità, ma al governator­e dico qualche polemica di meno e un atteggiame­nto più costruttiv­o. Se ci sono problemi col governo si può anche alzare il telefono e chiamare il premier Conte, non necessaria­mente se ne parla nella conferenza stampa quotidiana perché la politica non è solo comunicazi­one. Per altro, con l’affastella­rsi di ordinanze che anticipano magari di una sola settimana non si fa altro che generare caos nei cittadini che hanno bisogno di chiarezza».

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