Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Apre il cinema e ritrova subito gli appassionati
Al multisala di Mestre scongiurato il temuto flop Il gestore Furlan: «Si parte, ai numeri penseremo poi»
Giovani, coppie e anziani, il primo film in sala all’img di Mestre ha riscosso successo con un pubblico eterogeneo e tanta voglia di normalità.
Renata (83 anni)
Tornerò anche domani voglio vedere tutti i film, mi è mancato tantissimo venire al cinema
La prima a varcare la soglia del multisala poco dopo le 16, mascherina ben fissata sul volto, una donna, arrivata con una mezz’ora abbondante d’anticipo sull’orario della proiezione. «Quanto mi è mancato il cinema», sussurra mentre con passo svelto raggiunge la biglietteria dell’img di Mestre, il primo cinema del Veneto – insieme all’italia di Belluno - a scommettere sulla riapertura dopo il lockdown. «Non vedevamo l’ora», commenta il titolare, Gianantonio Furlan, combattuto tra la preoccupazione per la tenuta economica delle proiezioni a numero ridotto di pubblico e l’emozione per il ritorno al lavoro.
Ma quando, alla spicciolata, giovanissimi, anziani, single e coppie hanno iniziato ad arrivare, complice anche una giornata bigia con nuvoloni grigi che non promettevano nulla di buono, la tensione tra il personale dell’img si è sciolta in un clima di ritrovata familiarità con chi attendeva il proprio turno per l’acquisto dei biglietti, scontati a 5,50 euro fino a fine mese: «Adesso vendiamo gli ingressi per
Favolacce (seconda opera dei fratelli D’innocenzo premiata a febbraio a Berlino per la miglior sceneggiatura, ndr)», scandivano gli operatori a voce alta dall’altro lato del nuovo percorso che porta a bar e biglietteria, un zig-zag non dissimile a quello che si trova all’ingresso dell’aeroporto.
«È stata dura tutti questi mesi senza poter vedere un film al cinema», sorride rigorosamente dietro la mascherina Gino, arrivato a piedi da via Piave, per gustarsi un’opera non propriamente leggera:
I miserabili del francese Ladj Ly, un poliziesco di denuncia della dura realtà delle banlieue. «Festeggiamo la fine della scuola con Cena con
delitto», raccontano quattro ragazzi che hanno appena terminato la prima superiore. «Era da fine dicembre che non venivano qua», dice Ismaele, 19 anni in sala con la sua ragazza. «Io invece sono sola, ma non è un’anomalia, mi piace – scherza Renata, splendida 83enne che non teme il ritorno in sala – nemmeno un po’, adoro venire e sarò qua anche domani e dopodomani, voglio vedere tutti i film in calendario: oggi (ieri, ndr) si parte con I Miserabili». Ed è quest’opera candidata alla Palma d’oro a Cannes nel 2019 ad attirare più pubblico: «Non sono sicuro della scelta – ammette Guido arrivato con Francesca da Favaro – le misure di sicurezza sono state adottate, non ho paura, non sono però convinto della proiezione che ho scelto».
Img e il cinema Italia hanno sanificato i locali e in ogni angolo ci sono dispenser di gel. E mentre a Belluno il grand
opening ha attirato una trentina di persone, per lo più coppie di pensionati, accorsi per vedere i documentari Alla
mia piccola Sama della siriana Waad Al Kateab e Manaslu di Gerald Salmina, ritratto dello scalatore Hans Kammerlander, a Mestre un’ottantina di persone di tutte le età su ieri pomeriggio si sono divisi tra pellicole come appunto I miserabili, l’italiano Favolacce con il pluripremiato Elio Germano, il fantasy Doctor
Strange di Scott Derrickson e il giallo Cena con delitto di Rian Johnson, il più apprezzato dagli under 20. Tra gli spettatori anche il gestore di un’altra sala mestrina, il d’essay Dante, Silvano Sguoto: «Riapriamo giovedì con L’hotel
degli amori smarriti – spiega – noi siamo una realtà diversa, più piccola, senza prenotazioni: faremo due proiezioni, alle 17 e alle 21, in mezzo la sanificazione». Ingresso, 6 euro. «Davvero riaprite? – si accoda Renata, l’appassionata cinefila – non mancherò nemmeno da voi». E c’è da scommettere che manterrà la promessa.
«Mi raccomando manteniamo la distanza di sicurezza – sollecita il personale a chi si affretta a entrare in sala – quando siete seduti potete togliere la mascherina, se vi alzate e negli spazi comuni dovete rimetterla». Ieri, il bar del multisala mestrino lavorava a pieno regime (era chiusa solo la gelateria di un brand fai-date) con dolci e snack confezionati, bibite e persino ceste di pop corn di tutte le dimensioni, anche gigantesche come quella di una giovane coppia: «Film, Coca cola e pop corn: siamo commossi», sorridono. Dietro di loro due residenti del centro storico, «a Venezia non riapre ancora il cinema», spiegano. «Speriamo vada tutto bene – si congeda Furlan quando il primo pubblico è quasi tutto defluito in sala – i numeri li vedremo più tardi, intanto si parte». Con qualche, comprensibile, ritardo sulla tabella di marcia e accessi scaglionati. «Stiamo usando anche il programma di prenotazione che calcola le distanze», conclude.