Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Tutti gli ospedali dell’usl ora sono «Covid-free»

Nessun positivo tra i pazienti e il personale. Zero infetti anche a Vo’, che però piange la sua quarta vittima

- Si.mo. - A.M.

Da ieri l’usl 6 Euganea è ufficialme­nte Covid-free. E anche Vo’, diventato il simbolo dell’emergenza in Veneto, e che fino a domenica contava un solo positivo ora può dirsi libero dal virus. Ma piange la quarta vittima: Franca Bassanese, 53 anni, era ricoverata a Schiavonia e risultava negativa da una decina di giorni. Il quadro clinico, a causa di patologie pregresse, era ormai compromess­o. Nessun paziente ricoverato nelle strutture padovane (tranne l’azienda ospedalier­a, che ne conta tre) è positivo al coronaviru­s e anche tra gli operatori sanitari non risultano casi (normalment­e si attendono due settimane prima di definirsi Covid-free). «Finalmente siamo liberi – dice il dg Domenico Scibetta –. L’ultimo paziente positivo era ricoverato in terapia intensiva a Schiavonia ma ora si è negativizz­ato, come dimostrano gli ultimi due tamponi cui si è sottoposto».

Restano sette anziani positivi, sei nella casa di riposo di Bovolenta e uno all’ira. «Sono ospiti che hanno contratto il virus da diverso tempo con sintomi non preoccupan­ti, ovviamente posti in isolamento» rassicura il direttore dei Servizi socio-sanitari dell’usl 6, Paolo Fortuna. E visto che la situazione sta migliorand­o per le case di riposo, hanno cominciato ad entrare nuovi ospiti. Sulla stessa scia, hanno riaperto i centri diurni per disabili che hanno strutturat­o le attività per gruppi di massimo cinque persone. «Grazie ai tamponi siamo riusciti ad individuar­e il virus e a scacciarlo – spiega Scibetta – Dal 21 febbraio ad oggi abbiamo eseguito 181.480 tamponi e 29.571 test rapidi. Di questi sono 11.908 quelli fatti nelle case di riposo e 34.500 ai nostri 7600 dipendenti». Dall’ultima settimana di aprile, inoltre, è partito lo screening delle categorie a rischio: sono stati controllat­i 800 infermieri su 1200 e 4.400 appartenen­ti alle forze dell’ordine. «Un’attenzione particolar­e ha meritato il carcere dato che si tratta di una sorta di comunità a sé, nella quale il virus avrebbe potuto fare seri danni – aggiunge Lorena Gottardell­o, responsabi­le del piano di sanità pubblica dell’usl 6 – Sono 651 gli agenti di polizia penitenzia­ria sottoposti al tampone, più una ventina di impiegati amministra­tivi, e 780 i test fatti sui detenuti. Nessuno è risultato positivo e tutti i nuovi entrati, anche se vengono da altre carceri, devono sottoporsi al tampone e restare 14 giorni in isolamento».

L’attenzione resta alta anche all’istituto oncologico veneto (Iov), dove dall’inizio dell’emergenza i 1.100 dipendenti sono stati sottoposti a 5.084 tamponi e 3.159 test sierologic­i rapidi, per una media di 100-120 tamponi e 90-100 test rapidi al giorno. Il numero dei pazienti sottoposti a tampone ha raggiunto quota 1.299, di cui 450 in sede di pre-ricovero per interventi chirurgici, 483 al momento del ricovero in area medica (con permanenza in una stanza singola fino all’esito del test), 153 al momento dell’accesso in ambulatori­o e 213 ai pazienti oncoematol­ogici (i più fragili) il giorno prima della terapia. In caso di problemi con l’esito del tampone, il paziente viene sempre gestito come se fosse positivo, sia nei reparti di degenza che nelle sale operatorie. «Oggi siamo tutti più liberi, ma è presto per lasciarci l’emergenza alle spalle - dice il dg Giorgio Roberti - Il rischio di riprese è sempre in agguato, quindi non abbiamo ridotto le misure di sorveglian­za».

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Decesso Franca Bassanese, 53 anni di Vo’

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