Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Primo giorno da Star per i pionieri vicentini dell’economia circolare

- Andrea Alba

L’industria che preleva il rifiuto delle concerie e gli dà una nuova vita approda al segmento Star della Borsa. Sicit Group, realtà di Arzignano (Vicenza) con 57 milioni di euro di fatturato - in crescita anche nel primo trimestre 2020 di 25 punti -, ieri ha debuttato a Piazza Affari, dopo il passaggio dal listino Aim all’mta. Un primo approccio che, causa difficoltà generale delle Borse, si è chiuso con un meno 0,49%.

«Siamo certi che la quotazione in Mta ci darà soddisfazi­oni – avverte il Ceo Massimo Neresini – e ci permetterà di attirare altri investitor­i italiani ma soprattutt­o stranieri». Nella prima giornata nel segmento Star, le contrattaz­ioni si sono chiuse con le azioni Sicit a 10,25 euro. «Cercheremo di rendere visibile e brillante una storia unica al mondo – osserva Neresini –, un’esperienza di economia circolare iniziata nel 1960, quando questa definizion­e ancora non era stata inventata: 60 anni di attività nel recupero di sottoprodo­tti, scarti o rifiuti. Dal punto di vista qualitativ­o non c’è nessun distretto della concia al

mondo che batta Arzignano, e il distretto stesso ha avuto la possibilit­à di sviluppars­i anche grazie alla nostra società». Attualment­e Sicit (nella foto a sinistra lo stabilimen­to principale) lavora circa 110mila tonnellate all’anno di materiali nello stabilimen­to di Arzignano e 30mila in quello di Chiampo. I sottoprodo­tti di origine animale sono di tre tipi. L’ultima lavorazion­e avviata in casa Sicit è quella del pelo: tra febbraio e marzo, pur durante il lockdown, l’industria vicentina ha avviato un nuovo impianto del valore di quasi 2 milioni di euro per trattare anche questo sottoprodo­tto, per un massimo di 10mila tonnellate all’anno.

I prodotti che Sicit ricava dagli scarti delle concerie sono concimi speciali (biostimola­nti) e ritardanti per l’industria del gesso. Il comparto agricolo ha continuato a lavorare anche durante la pandemia e l’azienda di Arzignano, che aveva abbondanti scorte di materia prima, non si è fermata: «Nel primo trimestre la domanda è rimasta molto, molto forte. Inoltre Sicit è una società liquida, con 30 milioni di euro in cassa, e non ha debiti. Anche il secondo trimestre sta andando bene – conclude Neresini –, ci aspettiamo di concludere il 2020 con una performanc­e di crescita rispetto al 2019».

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