Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Primo giorno da Star per i pionieri vicentini dell’economia circolare
L’industria che preleva il rifiuto delle concerie e gli dà una nuova vita approda al segmento Star della Borsa. Sicit Group, realtà di Arzignano (Vicenza) con 57 milioni di euro di fatturato - in crescita anche nel primo trimestre 2020 di 25 punti -, ieri ha debuttato a Piazza Affari, dopo il passaggio dal listino Aim all’mta. Un primo approccio che, causa difficoltà generale delle Borse, si è chiuso con un meno 0,49%.
«Siamo certi che la quotazione in Mta ci darà soddisfazioni – avverte il Ceo Massimo Neresini – e ci permetterà di attirare altri investitori italiani ma soprattutto stranieri». Nella prima giornata nel segmento Star, le contrattazioni si sono chiuse con le azioni Sicit a 10,25 euro. «Cercheremo di rendere visibile e brillante una storia unica al mondo – osserva Neresini –, un’esperienza di economia circolare iniziata nel 1960, quando questa definizione ancora non era stata inventata: 60 anni di attività nel recupero di sottoprodotti, scarti o rifiuti. Dal punto di vista qualitativo non c’è nessun distretto della concia al
mondo che batta Arzignano, e il distretto stesso ha avuto la possibilità di svilupparsi anche grazie alla nostra società». Attualmente Sicit (nella foto a sinistra lo stabilimento principale) lavora circa 110mila tonnellate all’anno di materiali nello stabilimento di Arzignano e 30mila in quello di Chiampo. I sottoprodotti di origine animale sono di tre tipi. L’ultima lavorazione avviata in casa Sicit è quella del pelo: tra febbraio e marzo, pur durante il lockdown, l’industria vicentina ha avviato un nuovo impianto del valore di quasi 2 milioni di euro per trattare anche questo sottoprodotto, per un massimo di 10mila tonnellate all’anno.
I prodotti che Sicit ricava dagli scarti delle concerie sono concimi speciali (biostimolanti) e ritardanti per l’industria del gesso. Il comparto agricolo ha continuato a lavorare anche durante la pandemia e l’azienda di Arzignano, che aveva abbondanti scorte di materia prima, non si è fermata: «Nel primo trimestre la domanda è rimasta molto, molto forte. Inoltre Sicit è una società liquida, con 30 milioni di euro in cassa, e non ha debiti. Anche il secondo trimestre sta andando bene – conclude Neresini –, ci aspettiamo di concludere il 2020 con una performance di crescita rispetto al 2019».