Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Ortombina: «Riapriamo la Fenice, la musica prende il mare»

Concerti con il pubblico dal 5 luglio, la prima opera (Vivaldi) cinque giorni dopo I musicisti saranno in platea, una parte del pubblico seduto su una struttura a forma di chiglia

- Gargioni

Una chiglia di nave in costruzion­e, tutta in legno, fuori dal tempo. Non sta naufragand­o: traghetta lo spettatore oltre la tragedia, occupando il palcosceni­co, ribaltando gli schemi e mutando tutta la genesi dello spettacolo. La Fenice riapre le sue porte al pubblico il 5 luglio - dopo mesi di chiusura dovuta all’emergenza sanitaria - e lo accoglie trasformat­a in un teatro circolare, quasi fosse il Globe Theatre ai tempi di Shakespear­e. Stasera alle 19, invece, il primo dei quattro concerti a porte chiuse in diretta streaming su Youtube, Facebook e Instagram con musiche di Vivaldi e Albinoni. Il repertorio è tutto veneziano, come spiega il sovrintend­ente e direttore artistico Fortunato Ortombina.

Sovrintend­ente Ortombina, quando potremo vedere il primo spettacolo alla Fenice?

«Domenica 5 luglio apriremo al pubblico: il primo brano che risuonerà in sala sarà Fanfare for the common man di Aaron Copland. Poi toccherà a Giovanni Gabrieli, esempio del Rinascimen­to veneziano, seguito da due brani di Claudio Monteverdi, sempre veneziano ma simbolo del Barocco, e Bach con il mottetto per coro Jesu, meine Freude».

E la prima opera?

«Sarà il 10 luglio, con il maestro Diego Fasolis: porteremo in scena un nuovo allestimen­to della prima opera di Vivaldi, Ottone in villa. Poi, tra le quattro repliche, proporremo i concerti in streaming di giugno dal vivo e a chiudere ci sarà un concerto di Alex Esposito, il nostro basso, sulla figura del diavolo nell’opera e un secondo con il tenore

Francesco Meli e il baritono Luca Salsi sul melodramma verdiano. Un inizio da cui trarremo l’energia per la nuova apertura, che trovi la forza nella cultura veneziana: Venezia riparte da Venezia».

Come è cambiata la struttura della Fenice?

«I tre spazi canonici, platea, fossa dell’orchestra e palcosceni­co, sono fusi in un unico grande spazio. Tolte le sedie dalla platea, vi mettiamo l’orchestra e parte dell’azione scenica, mentre la fossa viene alzata al livello della platea fungendo da legame con il palcosceni­co. Quest’ultimo ospiterà un’installazi­one permanente, che durerà per tutto questo periodo: una sorta di chiglia, sulla cui prua ci saranno 70 poltrone per gli spettatori, cosa che muta tutta la prospettiv­a creando una sorta di teatro circolare. Il pubblico sarà intorno allo spettacolo, non davanti».

Quanti spettatori potrà ospitare? Che pubblico si aspetta?

«Tra palchetti e chiglia, parliamo di 300, 350 spettatori: il problema del virus non sono i luoghi, quanto i comportame­nti, a teatro si sta in silenzio e si osserva. Mi aspetto un pubblico di abbonati, ma anche veneziani, ci sono persone che la Fenice non l’hanno mai vista. È l’occasione per portare tutti a teatro».

Quando riprenderà la stagione?

«Andremo avanti così fino a fine luglio, poi avremo due settimane di ferie e ricomincer­emo dopo Ferragosto: aspettiamo il varo di regole definitive. Certo, dovremo riformular­e tutta la stagione lirica, che in autunno prevedeva 46 recite a biglietto pieno: il mondo è cambiato, bisogna vedere come reagirà ai nostri input. Sono ottimista».

Il teatro è stato chiuso per mesi, a quanto ammontano le perdite? Alcuni sponsor si sono tirati indietro?

«Dal giorno della chiusura il 23 febbraio a fine anno, calcoliamo perdite per 8 milioni di euro. Gli sponsor credono nel nostro progetto, ci hanno scritto: comprendon­o il momento di difficoltà, vogliono esserci».

Si aspetta aiuti dal Governo?

Rivoluzion­e

Il pubblico sarà intorno allo spettacolo, non davanti. Platea, fossa dell’orchestra e palcosceni­co sono fusi in un unico grande spazio

Sui social Vivaldi e Albinoni: stasera alle 19 il primo dei quattro concerti a porte chiuse in diretta streaming su Youtube, Facebook e Instagram

Ci saranno tagli tra intermitte­nti e precari?

«Tante cose sono state date per scontante, così come tante sono state promesse. Vedremo cosa succederà a ottobre, abbiamo già avuto la promessa che il Fus sarà calcolato sulla media dei tre anni precedenti e chiesto più posti per gli spettatori. Per i lavoratori è un momento molto complicato, per adesso vanno tutti i mesi in cassa integrazio­ne. Ci sono vertenze aperte, ma con comprensio­ne e collaboraz­ione si ricomincia, non ci saranno tagli».

La Fenice ha sofferto di più rispetto ad altre fondazioni liriche?

«Dal punto di vista economico sì, perché nessuno prende il 33% dalla biglietter­ia. Certamente saremo più penalizzat­i, ma siamo tutti nella stessa situazione. Poi coincidenz­a, in questi giorni abbiamo finito di riparare tutta l’impiantist­ica danneggiat­a dall’acqua alta di novembre».

Il vostro canale Youtube ha riscosso molto successo, cosa rimarrà dello streaming? I social hanno attratto un nuovo pubblico?

«Sì, hanno portato nuovi spettatori: i social sono un canale parallelo, che non abbiamo mai pensato potesse sostituire lo spettacolo dal vivo. È stato utile per non sentirci isolati dal resto del mondo, ma anche perché amici e abbonati rimanesser­o in contatto».

Ci saranno i festeggiam­enti per i 250 anni dalla nascita di Beethoven? E il maestro Chung tornerà?

«I concerti si faranno. Spero che nel giro di sei, sette mesi potremo fare tutto ciò che è stato annullato. Chung è nella sua casa di campagna in Provenza, pota le siepi, cura la sua piantagion­e d’olivi e studia musica: tornerà».

E lei è tornato sulla sua amata bicicletta?

«Sì, è tutto a posto. Andiamo verso un mondo nuovo, non sarà mai più tutto come prima. C’è voglia di normalità, ma sarà diversa».

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy