Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«L’autonomia? Entro l’anno»

«Pare che con 48 mila domande il Veneto abbia apprezzato i prestiti»

- Di Martina Zambon

«L’autonomia del Veneto? La aggancerem­o alla riforma fiscale, entro l’anno la partita si chiude»: così Pier Paolo Baretta, sottosegre­tario Pd all’economia.

Pier Paolo Baretta, lei è sottosegre­tario al ministero dell’economia e delle Finanze, ha letto la lettera congiunta inviata dall’intero mondo produttivo con le sue 11 sigle al presidente della Regione, Luca Zaia?

«L’ho letta e devo dire che è stata una lettura molto interessan­te per tre motivi».

Quali?

«Uno squisitame­nte politico, di fatto si tratta di un invito a Zaia a confrontar­si col governo più che polemizzar­e per portare a casa risultati concreti, un invito al dialogo più che alla polemica. Il secondo è di merito. In questa lettera vengono citati i punti ritenuti critici. Ne possiamo dedurre che altri temi non citati come la cassa integrazio­ne, i contributi a fondo perduto per gli affitti e per le imprese ma anche i fondi per sanare i debiti della Pubblica amministra­zione sono considerat­i come già destinatar­i di soluzioni utili. È un aspetto che prendo positivame­nte».

Il terzo motivo?

«Ci sono questioni elencate su cui si sta già lavorando al governo. Significa che siamo sulla strada giusta. Le faccio un esempio. Il primo punto della lettera è il credito. In Veneto sono state 48 mila le domande presentate per accedere ai prestiti garantiti dallo Stato per un totale di 3 miliardi. Di queste ben 41 mila sono per prestiti sotto i 30 mila euro, vuol dire che il sistema delle imprese ha considerat­o utile questo strumento. Il Veneto che ha un tessuto industrial­e molto diffuso fatto soprattutt­o di piccole e medie imprese evidenteme­nte ha dato un riscontro».

L’emergenza sanitaria ha fatto balzare in cima alla lista dei desiderata la copertura della banda larga in regione...

«In Veneto la copertura è al 71%, non siamo quindi all’anno zero ma va senz’altro completata e in fretta. Sul tavolo ci sono altri 400 milioni che il Mise e la Regione mettono a disposizio­ne».

Poi c’è il «red tape», la burocrazia che soffoca lo slancio imprendito­riale...

«Abbiamo già annunciato il decreto Semplifica­zione quindi questo punto conferma il fatto che questa lettera si muove in un’ottica di sprone a continuare e spingere nella direzione scelta».

L’economia veneta lamenta l’annosa questione di quante risorse lascia giù ogni anno...

«Sulle risorse dico “attenzione”. Qui abbiamo una grande occasione davanti, ora non basta chiedere, dobbiamo proporre. Dobbiamo essere in grado come “sistema veneto” di stabilire le nostra priorità, cosa vogliamo che la Ue finanzi. Un grande progetto su Venezia ritengo sia necessario. A partire da un turismo sostenibil­e, diverso da quello visto in questi anni che ha schiacciat­o la città ma che si regga,in rete con le grandi città d’arte venete, sulla valorizzaz­ione della cultura».

Le risorse sbilanciat­e fra dare-avere sono la spina dorsale dell’autonomia, a che punto siamo?

«L’unico protocollo sull’autonomia è quello firmato da Bressa e dal sottoscrit­to. Ma guardando avanti, è chiaro che il tema c’è. Va detto che la trattativa non si è interrotta. Il coronaviru­s ha segnato tempi diversi ma il progetto di un buon federalism­o è valido, va portato avanti perché non parliamo di spinte eversive qui ma di

” Di fatto le categorie chiedono a Zaia di polemizzar­e meno e collaborar­e di più

” L’equilibrio fra ciò che il Veneto versa e ciò che riceve è un discorso che va affrontato

una strada che coinvolge altre regioni e un sistema federale italiano. L’equilibrio fra ciò che il Veneto dà e quanto riceve è una discussion­e che va fatta. È un tavolo aperto».

Quando lo chiudiamo?

«A mio avviso, lavorando sulla riforma fiscale per arrivare a una diversa distribuzi­one, la legge di bilancio potrebbe essere l’aggancio ideale per incardinar­e l’autonomia. Entro l’anno».

Tornando alla lettera, si parla di infrastrut­ture...

«Su questo punto penso sia bene aprire un dialogo con le categorie. Un aspetto che nella lettera non c’è. Come usiamo le risorse che la Ue vuole mettere in campo e quali sono i progetti che il Veneto presenta al governo? Siamo la porta d’ingresso per il centro e l’est europa sulle merci. Il sistema portuale deve avere collegamen­ti i più rapidi possibili con il centro e est europa. Si deve partire dal completame­nto della Tav. Non dimentichi­amo che il corridoio Adriatico è il punto privilegia­to della Via della Seta e delle merci che attraversa­no Suez».

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