Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Maturità, un unico atto «Meglio con gli scritti ma va bene anche così»

Colloquio con mille filtri: «Emoziona tornare a scuola»

- Silvia Moranduzzo

Entrano soli, al massimo accompagna­ti da un amico mentre mamma e papà restano fuori dalla scuola in trepidante attesa. I maturandi al tempo del Covid sono in soggezione: all’ansia per l’esame si aggiunge la vista dei propri docenti con il viso coperto dalle mascherine e lontani tra loro, quasi come in un film distopico. Il primo giorno di colloqui è un’emozione per studenti e insegnanti che dopo mesi possono riappropri­arsi dello spazio scolastico. Ma se si pensa che questa possa essere la prova generale per settembre si commette un errore. «Le misure di sicurezza anti-contagio sono davvero pesanti – spiega Nadia Vidale, preside dell’itis Severi e presidente di commission­e al liceo classico Tito Livio – Non possono essere messe in pratica a settembre. La scuola per come la intendiamo noi vuol dire socialità, qui abbiamo sei commissari e uno studente che stanno fermi tutto il tempo al proprio posto e non si scambiano nemmeno un pezzo di carta. Non è un modello praticabil­e per le lezioni».

Intanto il ritorno a scuola sembra aver fatto bene agli studenti. «Ma sei proprio tu?

Che bello ti sei fatto!» esclama Giulia, bidella al liceo scientific­o Nievo, quando vede uscire dalla classe il maturando Andrea Pittarello, che si mette a ridere. Sollevato per aver finalmente terminato il colloquio, non vede l’ora di raccontare tutto ai tre amici

che lo aspettano fuori da scuola. «Abbiamo avuto poco tempo per prepararci ma è andata – dice – Avrei preferito la maturità classica, nei temi me la cavo bene. Comunque è stato bello tornare, sono contento. Ho avuto un po’ di difficoltà con la domanda sul magnetismo terrestre, è stata una delle ultime lezioni e devo ammettere che stare cinque ore al computer ogni mattina è pesante».

La maturità quest’anno prevede solo un colloquio orale nel quale il candidato deve esporre un proprio elaborato, analizzare un testo e rispondere ad alcune domande sull’alternanza scuola-lavoro e la Costituzio­ne. La soddisfazi­one di essere tornati a scuola almeno per un giorno non nasconde il rammarico per non aver potuto sostenere un esame normale, come tutti gli altri. «Mi spiace non aver affrontato gli scritti – afferma Eduard Von Bothmer uscendo dal Tito Livio – Però la situazione è particolar­e, lo capisco. Fa un certo effetto tornare a scuola, devo dire molto piacevole».

Alla resa dei conti si tratta pur sempre della maturità. L’ansia e quel nodo allo stomaco che chiude la gola sono gli stessi di sempre. «Gli insegnanti mi hanno messo a mio agio ma questo non significa che non dovevamo studiare – sostiene Maddalena Rampin, maturanda del Tito Livio – Mi ha fatto impression­e vederli con le mascherine, così lontani da me. È stato davvero strano». Le regole sono state fatte rispettare in modo molto rigoroso. «Il presidente non ha voluto che togliessi la mascherina anche se le circolari del ministero dicevano che gli studenti potevano abbassarla durante il colloquio – riferisce Alessia Anastasi del Nievo – Avrei vissuto in modo diverso la maturità se ci fosse stato lo scritto. Così ti giochi tutto all’orale e fa un po’ paura».i colloqui continuera­nno fino ai primi giorni di luglio. Le commission­i interrogan­o dalle 8 alle 14, un candidato ogni ora, lasciando il tempo ai collaborat­ori scolastici di disinfetta­re tutto dopo l’uscita di ogni studente, persino le maniglie delle porte.

Ansia e sollievo

Test in solitudine, mascherina ma anche il ritrovo coi docenti: «Il nodo in gola c’è...»

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