Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Si amputa la mano con uno spaccalegn­a I chirurghi di Padova riattaccan­o l’arto

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È stata una corsa contro il tempo. E dopo 50 giorni di riabilitaz­ione, i medici dell’azienda ospedalier­a hanno sciolto la prognosi. Disavventu­ra a lieto fine per un pensionato di 64 anni che a fine aprile, in piena emergenza sanitaria, si è amputato la mano destra usando uno spaccalegn­a. Soccorso da conoscenti, l’uomo ha avuto la prontezza di raccoglier­e la mano amputata e di raggiunger­e subito il pronto soccorso di Mirano, dove i medici hanno messo l’arto in un sacchetto sterile con ghiaccio e hanno mandato il paziente in ambulanza a Padova. La tempestivi­tà è fondamenta­le: dopo sei ore le possibilit­à di successo si riducono drasticame­nte. L’operazione, delicatiss­ima, ha coinvolto due equipe dell’unità complessa di Chirurgia plastica e un team multidisci­plinare, per un totale di due chirurghi ortopedici, cinque chirurghi plastici ricostrutt­ivi, tre anestesist­i e sei infermieri. L’intervento è iniziato alle 18.30, a sole tre ore dall’amputazion­e, e si è concluso all’1.20 di notte; a eseguire il reimpianto è stato Cesare Tiengo, responsabi­le dell’unità operativa di Chirurgia della mano. Il pensionato, del Miranese, ha mantenuto la vitalità della mano con la progressiv­a mobilizzaz­ione attiva delle dita, ed è stato dimesso dopo sei giorni di ricovero in buone condizioni. In 18 mesi la completa rigenerazi­one neuromusco­lare. (a.m.)

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