Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Lorenzoni tenta la prova di forza «Al mio posto deve andare Piroi»

- Davide D’attino

Adesso che la data delle elezioni regionali è finalmente certa (si voterà domenica 20 e lunedì 21 settembre), tutti si aspettano che, da un momento all’altro, Arturo Lorenzoni (foto) si dimetta. E il primo ad aspettarse­lo è proprio il sindaco Sergio Giordani che, in tempi non sospetti (a metà settembre 2019), aveva fatto sapere che, se qualche assessore avesse appunto voluto misurarsi alle regionali, avrebbe prima dovuto lasciare il posto in giunta. Ma il vicesindac­o, candidato alla presidenza del Veneto per buona parte del centrosini­stra, non sembra avere alcuna intenzione di fare tale passo indietro. Almeno per ora. Prima, infatti, l’ingegnere-professore universita­rio del Bo, sempre più lontano da Coalizione Civica (il movimento che, tre anni fa, lo indicò come aspirante sindaco e che oggi, lacerato al suo interno, non è nemmeno in grado di sostenerlo apertament­e in vista del voto in programma tra tre mesi), vuole giocare da protagonis­ta la partita della sua sostituzio­ne. Tanto che, in un recente faccia a faccia con Giordani, Lorenzoni si sarebbe detto pronto a dimettersi nel giro di pochi giorni soltanto in un caso. Ovvero se le sue deleghe (Mobilità e Urbanistic­a in primis), al di là del ruolo di vicesindac­o, venissero assunte da Marco Piroi, responsabi­le dell’area servizi ambientali nella cooperativ­a sociale Città Solare, proposto come possibile assessore da Orizzonti, cioè l’associazio­ne politico-culturale a cui fa riferiment­o proprio la Lista Lorenzoni. Altrimenti, se la scelta del sindaco dovesse cadere su uno dei quattro nomi avanzati da Coalizione (Andrea Ragona, Giulia Bonomini, Giuliana Beltrame e Sergio Ventura, con il primo assoluto favorito), il professore avrebbe addirittur­a «minacciato» di volerla tirare per le lunghe, ricordando che la sua carica a Palazzo Moroni diventerà incompatib­ile soltanto nel momento in cui sarà nominato governator­e del Veneto o (più probabilme­nte) consiglier­e regionale. Ma le «condizioni» dettate da Lorenzoni non sarebbero finite qui. L’ingegnere del Bo, infatti, avrebbe dissentito dall’idea di Giordani di «promuovere» il dem Andrea Micalizzi come vicesindac­o, puntando invece (un po’ a sorpresa) su Diego Bonavina, fedelissim­o del sindaco e pronto a candidarsi al suo posto alle amministra­tive del 2022 (qualora, ovviamente, Giordani rinunciass­e). Cosa che, se dovesse avverarsi, sposterebb­e al centro l’asse della maggioranz­a, creando non pochi mal di pancia in Coalizione.

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