Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Magani: «Urbs Picta? Nome troppo complicato e con poco appeal»
Un altro tassello di Padova Urbs picta va al suo posto. Ancora un mese e mezzo e sarà completato il restauro degli affreschi trecenteschi del Battistero, opera di Giusto de’ Menabuoi. Un lavoro iniziato a dicembre 2018 (ha subito uno stop per due mesi durante il picco del coronavirus) e costato complessivamente 810 mila euro (fondi del Mibact) di cui 660 mila euro sono serviti solo per gli affreschi. «C’erano diversi problemi, dall’umidità a infiltrazioni che negli anni passati non sono stati risolti – ha detto il soprintendente Fabrizio Magani durante il sopralluogo di ieri mattina –. Ma c’è anche altro a cui pensare. Sotto il pavimento c’è l’acqua quindi dovremo intervenire per dare stabilità alla struttura, qualcosa mai fatta prima. È quasi pronto un progetto realizzato con la Diocesi di Padova e tra qualche mese speriamo di bandire la gara». Il restauro è il simbolo del progredire della candidatura Unesco che racchiude tutto il Trecento presente a Padova, facilmente definibile come «città degli affreschi» con un forte marchio giottesco. «La candidatura ha senso e non vedo ostacoli, negli altri siti coinvolti non mi sembra ci siano particolari emergenze – ha aggiunto Magani –. Certo, il nome è complicato e non ha un grande appeal, anche se è corretto. Penso che i padovani sappiano poco di questa candidatura, bisognerebbe spiegarla meglio e di più». Resta l’ultimo dei tre lotti da terminare, la parete sinistra dell’edifico che meglio rappresenta l’armonia tra pittura e architettura. «La difficoltà maggiore l’abbiamo riscontrata con gli affreschi dell’abside e dei portici laterali, colpiti duramente dai bombardamenti delle due guerre mondiali – ha spiegato Luca Maioli, che assieme a Monica Pregnolato ha diretto i lavori –. Gli interventi post-bellici hanno semplicemente chiuso le ferite di guerra senza un restauro approfondito».