Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Mense, 100 senza cassa e con mille dubbi
Stop estivo dei contratti dopo il blocco causa Covid: alle lavoratrici del Polesine settembre fa paura
Lavoratori delle mense scolastiche e aziendali in «doppia crisi» dopo la fine dell’emergenza sanitaria. Per loro, nella fase tre dell’epidemia, la sospensione canonica per i mesi estivi si somma all’incognita sulla ripartenza effettiva a settembre.
In provincia di Rovigo sono circa un centinaio i dipendenti di varie ditte attualmente senza copertura degli ammortizzatori sociali, trenta solo nel capoluogo polesano. Oggi Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Uiltrasporti, sigle sindacali che tutelano le categorie del commercio, dei servizi e del turismo, scenderanno in piazza in tutta Italia. «Come Organizzazioni Sindacali abbiamo richiesto - dichiarano in modo unitario i sindacati - l’estensione della copertura degli ammortizzatori sociali, l’erogazione immediata delle indennità, la riapertura dei servizi mensa a settembre».
A livello nazionale, le lavoratrici e i lavoratori coinvolti sono circa 39 mila nelle mense scolastiche, 13 mila nelle mense aziendali. Per quanto riguarda il Polesine, «in tutta la provincia di Rovigo le persone coinvolte sfiorano le cento unità, al servizio di varie ditte - spiegano i sindacati -.
Nella sola città di Rovigo sono circa 30 le lavoratrici coinvolte, tutte part time e dipendenti di Serenissima Ristorazione». Elisa Cavallaro, di Filcams Cgil, Mirta Zanforlini, Fisascat Cisl, e Michela Bacchiega,
di Uiltucs, dettagliano la situazione allarmante per le lavoratrici di «Serenissima Ristorazione». «Le dipendenti – spiegano le sindacaliste rodigine - sono state poste in cassa integrazione dal 24 febbraio, data di chiusura delle scuole con l’emergenza Covid 19. A causa della decisione di questa azienda, a differenza di quanto hanno fatto altre, di non anticipare il trattamento di cassa integrazione, hanno percepito gli importi di febbraio e marzo, pagati direttamente dall’inps, solo a metà maggio».
Con la fase tre dell’emergenza sanitaria, i mesi di copertura dell’ammortizzatore sociale sono terminati e «oltre al grave ritardo nella liquidazione dell’indennità da parte dell’inps - aggiungono i sindacati- ora si aggiunge, come ogni anno, la sospensione dei contratti da giugno a settembre, secondo il calendario scolastico, lasciando le persone per questi mesi senza retribuzione e senza ammortizzatori sociali». A queste difficoltà si somma la mancanza di una prospettiva certa su tempi e modalità di ripresa dei servizi per l’anno scolastico 2020/2021.