Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Agsm, la Lega stoppa l’aggregazione a tre e la fusione con Aim
Il Consiglio d’amministrazione di Agsm ha ufficializzato ieri lo stop all’ipotesi di «aggregazione a tre» ma anche, almeno per il momento, la fusione «a due» tra la multiutility veronese e Aim-vicenza.una nuova riunione potrebbe essere però convocata per lunedì, termine ultimo per presentare il progetto «a due» utilizzando i dati 2020, usati finora per tutte le trattative.ieri pomeriggio, la consigliera della Lega, Francesca
Vanzo, dopo tre ore di discussioni, ha abbandonato la riunione, seguita dalla rappresentante del Pd, Stefania Sartori, mentre il vicepresidente dell’azienda, Mirco Caliari, non si era presentato sin dall’inizio.riunione conclusa, progetti stoppati.la soluzione era nell’aria, ma è comunque clamorosa, e potrebbe mettere a rischio la permanenza di Daniele Finocchiaro alla guida dell’azienda ma secondo alcuni anche la stessa prosecuzione della giunta guidata da Federico Sboarina, che appoggiava l’aggregazione «a tre» e che la Lega ha contrastato con molta durezza.i rapporti tra i due alleati, adesso, sono decisamente logori: se arriveranno a spezzarsi lo sapremo però solo nei prossimi giorni. La riunione decisiva era iniziata ieri alle 14 con 4 presenti su 5: il presidente Finocchiaro e i consiglieri Vanzo (Lega, collegata via Internet) Enrico De Santis (vicinis«a simo al sindaco Sboarina) e Sartori (Pd, rappresentante delle minoranze).non c’era invece il vicepresidente Caliari, che martedì scorso aveva votato contro Finocchiaro.di fronte alla chiusura senza spiragli della Lega sull’alleanza 3», pareva ad un certo punto possibile andare avanti solo con la fusione Agsm-aim. La consigliera Vanzo, però, avrebbe sollevato la «incongruità» di alcuni documenti presentati ieri. E su questo tema avrebbe chiuso il suo collegamento internet. La fusione «a 2» era stata peraltro discussa anche in mattinata con triangolazioni telefoniche tra il sindaco Sboarina, il suo pari-grado di Vicenza, Francesco Rucco, e i vertici delle due aziende. L’ipotesi sul tavolo è quella di una nuova società, con presidenza veronese, consigliere delegato scelto da Verona ma «gradito» a Vicenza, e un concambio di quote pari a 61,2% per Verona e 38,8% per Vicenza (migliorato per l’azienda veronese, rispetto al 58-42 previsto dalle iniziali intese raggiunte anni fa tra gli allora sindaci Flavio Tosi e Achille Variati), in un Cda di tre membri, il presidente più un veronese e un vicentino.il presidente Finocchiaro, in serata, si è limitato a dirsi «dispiaciuto perché un tema così importante si è fermato per mancanza del numero legale».