Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Cattolica e la Spa i comitati in manovra

Oggi l’assemblea. Ma si guarda già a quella di luglio

- Nicoletti

Mentre oggi Cattolica riunisce l’assemblea dei soci, a porte chiuse e con il vot0 a distanza, i comitati guardano all’assise di luglio per la trasformaz­ione in spa, a valle dell’accordo con Generali.

Cattolica, comitati in manovra sulla trasformaz­ione in spa. A due giorni dall’ufficializ­zazione, prendono forma le prime reazioni all’accordo Generali-cattolica con cui il Leone diventerà socio di riferiment­o a Verona con il 24%, investendo 350 milioni nell’aumento di capitale e a condizione della trasformaz­ione in spa. Operazione che d’un colpo cambia la prospettiv­a per la cooperativ­a assicurati­va, sotto la spinta dei 500 milioni di ricapitali­zzazione imposti da Ivass. Un fulmine a ciel sereno anche sull’assemblea ordinaria e straordina­ria dei soci convocata oggi, dopo più rinvii per la crisi Covid, a porte chiuse e con il voto a distanza, che ha creato più di un problema, a sentire i comitati.

Ma l’attenzione è già all’assemblea di luglio sulla spa. Che rischia di dover ratificare un passaggio storico senza una discussion­e vera, di nuovo a porte chiuse, con il voto solo a distanza, come oggi. È lo stesso accordo Generalica­ttolica a prevedere l’assemblea entro il 31 luglio. Termine entro cui valgono ancora le previsioni dell’articolo 106 del decreto Cura Italia sulla partecipaz­ione a distanza. Scelta fatta per permettere una trasformaz­ione soft? Fonti vicine a Cattolica rimandano alla necessità di stare nei termini previsti da Ivass per l’aumento, che va chiuso a settembre.

È in questo clima che le associazio­ni dei soci scaldano i motori. Tra chi già si muove,come Apaca, guidata da Maurizio Zumerle, che sta facendo girare l’invito a un’assemblea all’aperto, lunedì alle 18.30 a Verona, direttamen­te in piazza Bra. La linea è il no alla spa: «Il punto non è Generali. Ma Cattolica vale 1,9 miliardi di patrimonio netto e con 300 milioni Generali acquista una posizione decisiva. Buffett aveva investito senza chiedere la spa. Il punto è la credibilit­à dei vertici, che prima dicevano ‘la spa mai’ e ora che ‘non è più un tabù’. Capisco che le condizioni cambiano; ma una decisione così non la discuti a porte chiuse.

Temiamo per Cattolica il destino di Cariverona e Banco».

All’iniziativa di lunedì ci sarà anche il neonato patto di sindacato «Le Api»: «Per questa via con Cattolica abbiamo perso tutto - sostiene la referente, Paola Boscaini -. Facciamo un appello a città e politici: ora c’è una forma giuridica importante, un patto di sindacato, in cui riunirsi per verificare un’alternativ­a». Le Api anticipano poi di esser pronte, a inizio della prossima settimana, a presentare l’atto di citazione al tribunale civile per chiedere di invalidare l’assemblea di oggi: «A spingerci - conclude Boscaini - ci sono molti elementi, dalle modalità di voto all’impossibil­ità di esprimerlo».

Ma ci sono anche posizioni più aperte. «Cattolica al centro» ha riunito ieri sera il direttivo. Il presidente Giulio Polati sostiene di voler attendere l’esito dell’assemblea di oggi e punta a riunire la prossima settimana tutti i comitati. E un incontro con gli oltre cento associati ha messo in programma anche Vivi Cattolica. « Generali è stata un fulmine a ciel sereno - commenta il presidente Amedeo Portacci -. Prenderemo posizione guardando agli interessi di Cattolica. L’aumento di capitale ha una condizione che Buffett non aveva posto. L’unica cosa che mi sento di dire è che il presidente Bedoni e il cda si sono mossi ragionando e trovando una via che, la si condivida o meno, è una soluzione per Cattolica». «C’è una chiara limitazion­e di sovranità - sostiene Enrico Noris, tra i fondatori di Unica -. Ma non credo Generali sia interessat­a a comperare Cattolica per ragioni di antitrust». E la spa? «Non credo avrà strada semplice in assemblea. Sarà a porte chiuse? Certo, ma non è vietato votare contro. Ma non credo che Bedoni l’abbia fatto con leggerezza. Molto dipenderà dalle garanzie a Verona e dalla capacità di spiegare: una lettera del presidente ai soci la ritengo opportuna».

Toni ormai rassegnati per Giuseppe Lovati Cottini, uno degli animatori dell’iniziativa del buon governo, che aveva movimentat­o Cattolica ad inizio anno con le modifiche statutarie, entro una decisa difesa della coop, poi rientrate nell’accordo con la società sul testo condiviso che va oggi in assemblea; per altro di fatto inutile con la prospettiv­a della spa. E la Cattolica guidata da Generali? «A questo punto è il male minore - sostiene -. Ci avevano detto che eravamo forti e che si preparava un aumento di capitale per cogliere opportunit­à; invece è arrivato qualcuno che ha colto lui l’opportunit­à». E la difesa della coop? «I soci cooperator­i erano ormai solo un terzo. Così non aveva più senso».

” Zumerle Cattolica vale 1,9 miliardi ma con 300 milioni Generali diventa decisiva No alle porte chiuse

” Noris Bedoni non ha scelto con leggerezza La spa non avrà strada facile Dipenderà dalle spiegazion­i

” Lovati Cottini Generali? A questo punto è il male minore Hanno colto loro l’opportunit­à

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Porte chiuse Soci all’ingresso dell’assemblea di Cattolica: oggi sarà a distanza

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