Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Rocca Pendice fuma ancora Sui colli è nato un «camino» che (per ora) non si spegne

Nella roccia c’è una frattura che da un mese si «riaccende»

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Lo hanno già battezzato il «camino» di Rocca Pendice a Teolo. Si tratta di una piccola fenditura nella falesia di roccia che, a intervalli di qualche giorno, continua a bruciare dallo scorso 3 giugno. A nulla sono servite, finora, le forze massicce messe in campo dalla Regione, dal servizio forestale e dai vigili del fuoco per domare definitiva­mente il focolaio nell’area di pertinenza del Parco Colli.

Tutto è iniziato quattro mercoledì fa, quando nella parte alta della palestra di roccia è scoppiato un incendio visibile a chilometri di distanza, causato con tutta probabilit­à da un fulmine. Dopo intenso lavoro, anche con l’elicottero, tutto sembrava spento. Fino a sabato scorso, quando, a sorpresa, il fumo è ricomparso dalla sommità del monte. Domenica, poi, chiuso l’accesso a tutta l’area, sono partite le operazioni di bonifica: con una chirurgica macchina organizzat­iva è stata portata in vetta una vasca per la raccolta dell’acqua, riempita dall’elicottero in più viaggi. I tecnici con un tubo hanno quindi gettato il liquido all’interno della crepa, cercando di raggiunger­e i punti più nascosti dove anche la pioggia non riesce a penetrare.

L’intervento, durato tutta la giornata, sembrava aver risolto il problema. Ieri, quasi a farsi beffa della fatica, il fumo è di nuovo riapparso, sia di mattina che di pomeriggio. Il sindaco Moreno Valdisolo si è quindi confrontat­o ancora una volta con vigili del fuoco, servizio forestale e protezione civile, per organizzar­e gli ulteriori interventi: «Se serve continuiam­o coi lanci dall’alto - spiega il primo cittadino - monitoriam­o costanteme­nte la situazione e l’evoluzione anche con gli uomini da terra. È un fatto singolare che non si riesca a spegnere questo rogo a combustion­e lenta all’interno della roccia. L’ipotesi che ci sia la mano dell’uomo dietro agli incendi al momento è esclusa».

Paura, ieri sera, per l’incendio scoppiato in un’abitazione al centro di otto case di un residence tra lungargine Brusegana e via Monte Cero, tra Padova e

Selvazzano. Le fiamme hanno distrutto il tetto delle villette, obbligando una ventina di vigili del fuoco a lavorare fino a notte e almeno sei famiglie a restare in strada: nessun ferito. La proprietar­ia di casa è stata assistita sul posto dal personale Suem per lo shock.

Due estati fa, nel periodo delle spaccate in centro, era stato arrestato per aver colpito i punti vendita Antico Forno di via Cassan e via San Clemente. Si tratta di Alassane Diop, 44 anni, ladro seriale, irregolare in Italia dal ‘98, metro e 90, famoso per buttare giù le vetrine a spallate. Negli anni ha colleziona­to arresti e denunce per rissa, spaccio e violenza sessuale. A luglio di un anno fa era stato espulso e trasferito in un Cpt per il rimpatrio. Di lui si erano perse le tracce fino allo scorso 14 giugno: arrestato dai carabinier­i dopo il furto in un negozio di via Trieste. Il giudice, dopo la direttissi­ma, aveva disposto il divieto di dimora in città, imposizion­e che Diop ha subito infranto, venendo sorpreso giovedì alle 18 in Corso del Popolo. Stavolta il tribunale è stato meno clemente e si sono spalancate le porte del Due Palazzi. (a.pist.) 1

Fiamme a Selvazzano Paura, ieri sera, per il rogo al tetto di un residence: sei famiglie evacuate, nessun ferito

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Il pennacchio Ieri mattina, e ancora nel pomeriggio, da una fenditura nella falesia di Rocca Pendice si è alzato un pennacchio di fumo, nonostante il lungo lavoro di spegniment­o dei giorni scorsi
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