Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Un alfabeto ultrapop Marini, gioia e colori
La mostra alla Bevilacqua La Masa fino al 30 agosto
Un alfabeto tutto d’oro a comporre un’affettuosa «ciacola» veneziana. S’intitola Venicetype l’opera pensata e realizzata da Lorenzo Marini nei mesi del lockdown per il suo ritorno nella città dogale, dove la Fondazione Bevilacqua La Masa gli dedica una divertente antologica allestita fino al 30 agosto nella sede di Piazza San Marco. «Volevo presentarmi a Venezia – spiega Marini – con un regalo e Venicetype è il mio mazzo di fiori per questa fantastica città. L’oro è il colore dei suoi mosaici, è la luce che si specchia e il denaro che passava di qui; i graffi indicano l’umidità, la difficoltà, la decadenza. Ogni lettera è un’icona veneziana, dalla bricola alla trifora che caratterizza gli edifici. La Z, sta per zucchero, perché Venezia è dolcissima».
Curata da Sabino Maria Frassà, la mostra «Dal Silenzio alla Parola» è un’esplosione di energia, a celebrare il percorso artistico dell’autore che ha fondato la corrente della «Typeart», liberando definitivamente le lettere. Lorenzo Marini da oltre trent’anni lavora con successo nell’ambito della pubblicità, vive e lavora fra Milano, Los Angeles e New York e la sua storia è particolare in quanto ha creato opere sin dagli anni Novanta nel più totale silenzio: «Solo da sei anni – marca l’autore - ho deciso di condividere la mia ricerca artistica rendendola pubblica». Così, dalla Biennale d’arte e a Dubai, ecco svelata la sua arte, che cita dal Futurismo al graffitismo di Basquiat, guarda al calligrafismo orientale e si ricorda dell’impronta fondamentale del suo maestro all’accademia di Belle Arti di Venezia: il segno di Emilio Vedova. Ma l’arte di Marini al contrario del pittore informale è gioiosa. Attraverso lettere, lettere, lettere ovunque, ognuna delle quali è un’opera senza l’obbligo della funzione. L’esposizione parte dai lavori in bianco e poi esplode il colore. In Out of the book le lettere sono racchiuse nel plexiglass; una curiosa opera, della serie «Alphatype», vede la tela coperta da un panneggio, è un quadro scomposto che ricorda l’uso della «coperta» rinascimentale. «Arthabet» è un alfabeto dell’arte, che inizia con la «A» di Antonello da Messina e prosegue con la «B» di Botticelli, la «C» di Caravaggio. Il finale è con Alphacube, per immergersi dentro l’arte in un abbraccio.