Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Nuovo focolaio in azienda 4 positivi, 30 in quarantena
Nuovo focolaio con quattro positivi alla Laserjet di Pojana Maggiore, nel Vicentino, con il risultato di trenta persone in quarantena a casa.
Nove contagiati VENEZIA in più (complessivamente siamo a quota 19.295) e 12 contatti in isolamento (758), due pazienti usciti dalla terapia intensiva (che ora conta solo 8 ricoverati), altri dieci morti (per un totale, tragico, di 2.022). Sono questi i numeri del report consegnato ieri sera alla Regione da Azienda Zero. In particolare, nel Padovano si sono registrati tre nuovi casi e un ricoverato in più, che non versa in gravi condizioni. Si attendono i risultati dei primi tamponi, invece, per le dieci donne moldave residenti a Tribano. Una loro connazionale è stata ricoverata a Padova con i sintomi del virus e le sue colleghe, tutte conviventi, sono in isolamento. Che la situazione si stia normalizzando è testimoniato comunque anche dalla chiusura dell’attività Infocovid del numero verde 800 99 00 09 gestito dalla Protezione civile. Il servizio attivo dal 22 di febbraio ha gestito, nei 130 giorni di emergenza, 12.900 telefonate per un totale di 759 ore di conversazione, con picchi giornalieri di 370 telefonate. Da questa sera il numero torna disponibile esclusivamente per la segnalazione emergenze di protezione civile. Per porre quesiti sanitari relativi al covid-19 gli utenti potranno inviare una email all’indirizzo emergenza.covid@region e.veneto.it, mentre per quesiti tecnici su decreti ed ordinanze all’indirizzo sala.operativa@regione.ve neto.it o visitare i siti istituzionali della Regione e delle Usl. Dal fronte scientifico, infine, si segnala la presa di posizione del professor Andrea Crisanti, consulente dei pm di Bergamo che indagano sulla gestione dell’emergenza coronavirus in Lombardia, secondo cui i 110 casi di polmonite «non classificabili» registrati tra novembre e gennaio all’ospedale di Alzano (Bergamo), potrebbero non avere relazione con il coronavirus. A detta di Crisanti, infatti, nessuno dei casi di polmonite registrati tra ottobre e gennaio in Veneto, 3 mila, «ha evidenziato la presenza del Covid». Gli accertamenti sono stati eseguiti facendo prima un tampone «generico» per stabilire la diagnosi, poi un secondo, finalizzato a individuare specificamente la presenza del virus.