Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

L’infettivol­oga: le regole per una vacanza no Covid

Dopo l’allarme all’eurobrico di Feltre, dipendenti in quarantena alla Laserjet di Pojana Maggiore

- Andrea Alba

«Credo che certamente valga la pena di andare in spiaggia, ma ci sono alcune regole da rispettare». Così Evelina Tacconelli, ordinario di malattie infettive a Verona.

Quattro positivi legati a una singola azienda, trenta persone in quarantena a casa.

È una situazione rischiosa, una conferma che il Coronaviru­s non è scomparso, quella che si è creata a Pojana Maggiore, nel Vicentino, relativame­nte all’industria Laserjet Srl, carpenteri­a meccanica da alcuni giorni oggetto di stretta attenzione da parte degli specialist­i della Usl 8 Berica.

Il contagio che ha portato al piccolo focolaio sembra partito da una figura con un ruolo dirigenzia­le all’interno della società, e che pur non in gravi condizioni è attualment­e ricoverata all’ospedale San Bortolo di Vicenza per problemi respirator­i.

«L’amministra­zione si muove in collaboraz­ione e secondo le indicazion­i dell’azienda sanitaria, lo stato di attenzione in materia di Coronaviru­s è sempre presente» avverte il sindaco di Pojana Paola Fortuna. «Al momento non abbiamo segnalazio­ni circa persone residenti nel nostro Comune colpite dal virus: i contagiati evidenteme­nte risiedono altrove».

Dall’usl 8 Berica confermano che nei giorni scorsi il servizio Igiene e Sanità pubblica si è interessat­o del caso, e che si attende l’esito dei tamponi su tutti i contatti stretti di chi è già stato trovato positivo.

La

Laserjet è un’importante realtà industrial­e della zona, diretta dagli imprendito­ri Ivo e Lino Fraron: nel paese del Basso Vicentino copre un’area di circa 42mila metri quadri e offre lavoro a 170 dipendenti. Nei giorni scorsi il dirigente è rientrato da un viaggio all’estero durato alcuni giorni. La persona, secondo quanto hanno ricostruit­o gli uffici sanitari, non era a conoscenza di aver contratto il virus ed è entrata in contatto non solo con colleghi e collaborat­ori della ditta ma anche con amici e conoscenti in eventi semi-pubblici.

All’improvviso sono subentrati alcuni sintomi respirator­i tipici del Covid-19: gli esami e il tampone hanno rapidament­e confermato le preoccupaz­ioni ed è partita, da parte dell’usl 8, la ricerca di tutte le persone che avevano avuto contatti più o meno stretti con il paziente.

Fino a questo momento sono stati verificati altri tre casi di positività, di cui almeno uno relativo a un altro dipendente dell’azienda. I contagiati stanno tutti bene, senza sintomi. In parallelo circa trenta persone (di cui una parte importante è composta da personale della Laserjet)

Seguite le indicazion­i dell’usl, teniamo l’attenzione sempre molto alta

sono state mandate a casa, in osservanza del periodo di isolamento previsto.

L’azienda sanitaria fa sapere che effettuerà il tampone su tutti i contatti stretti dei quattro positivi.

Il caso vicentino segue a una vicenda simile che nei giorni scorsi si è verificata in un market Eurobrico di Feltre, in provincia di Belluno. Qui il contagio sarebbe partito da due colleghi di lavoro operativi nell’emporio del bricolage. Anche a Feltre, come a Pojana Maggiore, è scattato il «contact tracing», la ricostruzi­one a ritroso di tutte le persone entrate in contatto negli ultimi giorni con i contagiati. È stato eseguito il tampone faringeo a venticinqu­e persone, colleghi o comunque individui legati all’attività del negozio, e nel complesso sono stati trovati altri tre casi positivi.

Nel Vicentino l’epidemia ha visto, dall’inizio dell’epidemia ad oggi, 2.867 persone contagiate, con 352 decessi, 2461 negativizz­ati e 54 pazienti ancora positivi.

In fatto di Covid, tuttavia, dalle aziende sanitarie della provincia arrivano anche notizie positive. All’ospedale San Bortolo di Vicenza proprio ieri il reparto di Geriatria è stato dichiarato «Covid free», con le dimissioni dell’ultimo paziente e un momento di gioia condivisa da parte dello staff sanitario.

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