Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Il giallo delle sette capre avvelenate dal diserbante
Nel Bellunese
Un agricoltore feltrino, stava portando al pascolo capre e pecore. Entrati in un terreno demaniale, all’improvviso 7 sono morte.
Sette capre morte. Sette corpi senza vita su cui è inciampato all’improvviso un contadino feltrino che martedì sera pascolava con il suo gregge nel Bellunese. Anche le capre a terra, ovviamente, erano le sue. Ma meno certa, fin dall’inizio, è stata la causa del decesso.
Due anni fa un altro allevatore bellunese aveva trovato venti pecore morte, distese una accanto all’altra, su un prato di Cima Venal a Chies d’alpago. La «colpa» in quel caso era stata di un temporale violento che aveva scaricato un fulmine vicino al gregge facendo cadere a terra venti pecore in un colpo. Lo avevano confermato i segni sul terreno e l’autopsia eseguita il giorno del ritrovamento. Diverso l’episodio accaduto martedì sera.
Thomas Fantinel, agricoltore feltrino, stava portando al pascolo oltre quattrocento tra capre e pecore. Verso le 19 sono entrati in un terreno demaniale, in località Maserot a Santa Giustina, e all’improvviso nove di esse sono piombate a terra come birilli.
Il tempo era bello e fino a un attimo prima gli animali stavano bene. Insomma un giallo a tutti gli effetti che ha spinto l’agricoltore a rivolgersi ai carabinieri di Sedico che sono poi intervenuti insieme al veterinario dell’usl 1 Dolomiti (distretto di Feltre). Delle nove pecore cadute a terra ne sono morte sette. Le restanti due avevano dei sintomi riconducibili a un’intossicazione acuta ma sono guarite.
Ieri mattina il personale dell’istituto Zooprofilattico della sezione di Belluno ha eseguito gli esami autoptici sui corpi degli ovini con relativi campionamenti di sangue e organi, oltre che prelievi della sostanza ritenuta responsabile dell’intossicazione degli animali.
Da una prima ricostruzione dell’accaduto sembra che le pecore abbiano ingerito un fertilizzante a base di urea che si trovava proprio nel campo di granoturco sul quale stavano pascolando. Si tratta di un concime semplice usato largamente in agricoltura e che, a dosi massicce, può risultare tossico.
Su eventuali responsabilità di terzi proseguono le indagini dei carabinieri di Sedico.