Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

PRIMO ATTO DEL NUOVO TRIANGOLO

- di Alessandro Mangiaterr­a

Ci voleva il Coronaviru­s per fare capire (a tutti?) che i campanili sono roba del passato e che bisogna cominciare davvero a fare rete. Altrimenti dalla crisi non si esce. Luca Zaia e Stefano Bonaccini danno il buon esempio. E scelgono il turismo, il settore più colpito dagli effetti della pandemia, per consolidar­e quell’asse veneto-emiliano romagnolo già sperimenta­to durante i mesi del lockdown. Niente steccati politici e sano pragmatism­o, in nome della buona amministra­zione e dell’esclusivo interesse del territorio. Alla «strana coppia» si aggiunge, stavolta, Massimilia­no Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia, leghista come Zaia. Ne viene fuori un’inedita alleanza dell’intero Nordest. Ed eccola, la novità. I tre governator­i hanno annunciato ieri una promozione turistica congiunta delle tre regioni che si affacciano sull’alto Adriatico. Target privilegia­to, la clientela provenient­e dalla Germania, mai come quest’anno da (ri)conquistar­e. Titolo (significat­ivo) della campagna, che passerà sulle reti televisive tedesche e sul maggiore sito di previsioni del tempo (wetter.com), «Die Italienisc­he Adria», l’adriatico italiano.

Zaia, Bonaccini e Fedriga hanno capito perfettame­nte che in questa estate autarchica è inutile farsi la guerra per conquistar­e uno per uno i turisti italiani. Questi non mancherann­o, visto che l’83% degli italiani (se non altro di quelli che andranno in vacanza) rimarrà nei confini nazionali. Ma la leadership dell’emilia Romagna, «il sorriso degli italiani», nel turismo domestico (il 75% delle 60 milioni di presenze), è inattaccab­ile. Il problema, per l’appunto, sono i tedeschi, che per giunta spendono tanto e volentieri (fino al 35% in più quando visitano le città d’arte). Certo, qui è il Veneto a farla da padrone (17,5 milioni di presenze su 70 milioni annue, cui si aggiungono 4 milioni di presenze austriache). Il punto è che gli arrivi dal Brennero sono in picchiata. Ergo, è interesse di tutti evitare che si creino corridoi dal Nord Europa verso la Croazia e la Grecia. Il Nordest, dove il turismo vale complessiv­amente 38 miliardi e dà lavoro (diretto) a oltre 350 mila persone, non può correre il rischio di venire tagliato fuori. Occorre ribadire forte e chiaro che una vacanza dalle nostre parti è assolutame­nte sicura. Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia potranno presentare qualcosa come 300 chilometri di costa. Per non parlare delle meraviglie della «Land of Venice», della grande bellezza delle città, delle specialità enogastron­omiche. Fare rete è un grande passo avanti. Il sogno, però, è un altro. Che le sinergie sul turismo siano solamente il primo passo. Il nuovo triangolo industrial­e è chiamato a giocare di squadra in tutti i campi dove in ballo è la competitiv­ità del territorio: la formazione, il sostegno all’innovazion­e e alla digitalizz­azione delle imprese, l’export. Se si vogliono riguadagna­re i dieci (o quanti saranno) punti di pil che andranno perduti per l’emergenza Covid, è obbligator­io cambiare passo.

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