Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Affitti, il 70% dei negozi fa fatica a pagare ogni mese «L’emergenza continua»

L’ascom: i proprietar­i rifiutano gli appelli a trattare

- Alessandro Macciò

L’allarme è scattato in tempi non sospetti, e non accenna a diminuire. Il 70% dei commercian­ti padovani fa fatica a pagare l’affitto, e ha chiesto una riduzione del canone ai proprietar­i: il dato arriva da Ascom Confcommer­cio Padova, che mette il caroaffitt­i in cima alla lista dei problemi generati (o meglio, aggravati) dal coronaviru­s e rinnova l’appello alla revisione dei contratti lanciato all’inizio del lockdown.

Nel Padovano i negozi in affitto sono circa 7.500 su 14 mila, con punte di tre attività su quattro in città; gli ultimi dati sulle chiusure sono quelli diffusi dalla Camera di commercio, che risalgono al 31 marzo e quindi riflettono solo in parte l’impatto economico dell’emergenza sanitaria: il primo trimestre segnava 348 cessazioni nel commercio al dettaglio, 303 nel commercio all’ingrosso, una nel settore alberghier­o, 141 nella ristorazio­ne e 9 tra le agenzie di viaggio, per un totale di 802 serrande abbassate (a fronte di 285 aperture). Il saldo negativo dunque è di 517 attività: «Purtroppo – commenta Patrizio Bertin, presidente di Ascom Padova – i dati che troveremo nella rilevazion­e al 30 giugno non potranno che essere ulteriorme­nte negativi, e questo anche a seguito delle difficoltà registrate in questi mesi sul fronte degli aiuti molto promessi e poco arrivati». Riguardo alle cause, Bertin vede una «somma di fattori: paura sociale, limitazion­e degli ingressi nei negozi con spazi ridotti, riduzione delle capienze per il distanziam­ento sociale nei bar e ristoranti, mancanza di turismo, eccessivo ricorso allo smart working. Però se c’è un problema che più di ogni altro, al pari del costo del lavoro, sta seriamente preoccupan­do gli imprendito­ri, questo è il problema degli affitti». L’ascom rileva una maggior propension­e alla trattativa tra i proprietar­i più giovani e residenti in città, mentre con le società il dialogo sarebbe addirittur­a impossibil­e. Una situazione che riguarda anche i grandi marchi e si trascina almeno dal 2018, quando la Rinascente decise di lasciare piazza Garibaldi dopo il mancato accordo sull’affitto con il proprietar­io Guglielmo Tabacchi.

Bertin

«A marzo 517 esercizi in meno nel Padovano, ma il dato di giugno sarà peggiore»

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