Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Interessi sui derivati, bruciati 5 milioni di euro in tre anni

La Provincia ne ha spesi da sola 3,2; Badia 1,1. Il capoluogo 650 mila euro

- Marco Baroncini

Negli ultimi tre anni la Provincia ha pagato tre milioni e 186 mila euro di interessi per mutui derivati. Emerge da una denuncia del deputato del Movimento 5 Stelle Alvise Maniero, membro della Commission­e parlamenta­re d’inchiesta sul sistema bancario.

Secondo i dati del ministero dell’economia e delle Finanze anche due comuni polesani hanno pagato caro gli affari coi derivati. Il capoluogo ha dovuto sborsare per il 2017 circa 200 mila euro, saliti a 218 mila per la rata del 2018 e a 229 nel 2019. Una salita costante, con una spesa totale di più di 650 mila euro.

Situazione ancora peggiore per l’amministra­zione di Badia Polesine, dove il totale degli ultimi tre anni ha sfondato il tetto di 1,1 milioni di euro. Quindi con una spesa totale in interessi, per i tre enti locali, di 5 milioni di euro.

«Soldi pagati dai cittadini che avrebbero visto un impegno migliore — afferma Maniero — Una follia che ora può essere fermata grazie alla sentenza del 12 maggio in cui la Cassazione a Sezioni unite ha dichiarato nullo il contratto sui derivati venduti da una banca al Comune di Cattolica (Rimini) perché, tra le altre cose, si era impegnato a pagare una cifra non definita».

Il deputato invita quindi tutti i sindaci a rivedere i contratti per cercare di liberarsi dalla morsa dei derivati. «Bisogna verificare i contratti per farli annullare e far luce su questo abisso di regali alle banche». Per le amministra­zioni locali, tuttavia, la strada potrebbe essere tutt’altro che semplice. «Un’amministra­zione precedente aveva già tentato una causa per annullare i contratti, ma è stata persa in primo grado — spiega il sindaco di Badia Polesine, Giovanni Rossi — Alla luce delle novità il nostro avvocato sconsiglia ulteriori azioni legali: la sentenza di Cassazione riguarda casi diversi dai nostri. Da quando mi sono insediato ho lavorato per trovare un accordo con la banca. Nel caso in cui il Comune non riesca a pagare una rata, slitta all’anno successivo senza mora». Come spiegato dal primo cittadino, Badia Polesine ha acceso un totale di cinque operazioni circa 12 anni fa per finanziare la costruzion­e degli impianti sportivi che oggi ospitano squadre di calcio, basket e rugby. La prima scadrà nel 2023 ed a seguire si esaurirann­o le altre. «Senza questi esborsi saremmo il comune più ricco del Polesine» conclude il primo cittadino.

Nemmeno la Provincia intenterà cause legali. «Le motivazion­i espresse dalla Cassazione non riguardano le modalità di accordo previste per i nostri contratti — spiega Ivan Dall’ara, presidente di Palazzo Celio — I nostri derivati risalgono alla gestione di Federico Saccardin, ma erano operazioni molto comuni all’epoca e sono state utilizzate per finanziare diverse opere pubbliche». Le cifre, in ogni caso, incidono molto sulle casse provincial­i. «Se non ci fosse stato un rinvio delle rate a causa del coronaviru­s rischiavam­o il pre-dissesto economico — chiarisce Dall’ara — Le tempistich­e avrebbero dovuto essere più corte dal momento che, nel nostro caso, scadranno solo nel 2035».

Nessun commento da Edoardo Gaffeo, sindaco di Rovigo, che ha preferito non rispondere.

Denuncia Report del deputato Maniero (M5S) «Ora sentenza rende possibile rinegoziar­e con le banche»

Aperti da domani i bandi regionali per aiuti straordina­ri ai Consorzi di pesca delle vongole sul litorale veneto per un totale di 800 mila euro. Sul Bollettino ufficiale della Regione Veneto (Bur) i due sostegni a pescatori e allevatori di vongole colpiti da eccezional­i avversità, allo scopo anche di ripopolare i fondali marittimi. Nel caso delle imprese della pesca nel Delta del Po il bando, da 200 mila euro, è rivolto agli allevament­i delle lagune di Caleri, Marinetta e di Rosolina che, nei primi tre mesi del 2020, hanno registrato una anomala morìa di vongole, con perdite dal 20 al 100 per cento della produzione a causa delle elevate temperatur­e dell’acqua e di una intensa fioritura di microalghe. Le risorse saranno assegnate alle imprese in proporzion­e al numero di addetti all’acquacoltu­ra. (Na.cel.)

Replica Palazzo Celio e il sindaco di Badia: «Nessuna azione legale, i nostri contratti diversi»

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