Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Electrolux, via le mascherine per recuperare produzione

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(g.f.) Electrolux deve recuperare entro fine anno qualcosa come 60 mila frigorifer­i non prodotti nelle quattro settimane di stop per il Covid-19, fra chiusura completa e riduzione di orario a 6 ore. E probabilme­nte va letto anche con questa lente il via libera dato ieri dalla direzione al lavoro sulle linee senza dover indossare la mascherina. L’ufficializ­zazione è giunta al termine di un incontro con i sindacati interni e dovrebbe porre fine ad una contrappos­izione sorta contestual­mente al rientro in fabbrica dopo il lockdown, quando la multinazio­nale consegnò a ciascuno dei dipendenti non una mascherina chirurgica ma una Ffp2.

Modello più sicuro ma anche più stagno, da far lavorare un po’ troppo i muscoli del torace, secondo gli operai, che avevano iniziato a chiedere la possibilit­à di usare gli schermi più leggeri oppure di aumentare le pause. Electrolux studiò e fece produrre e distribuir­e una mascherina a marchio proprio, con caratteris­tiche intermedie. Un compromess­o usato fino a ieri ma che non aveva depotenzia­to la richiesta di interruzio­ni, visto anche l’aumento delle temperatur­e nel capannone. Ora finalmente non se ne parla più. Naso e bocca liberi in produzione e da proteggere solo in fila per la mensa, per timbrare il badge o per uscire dai tornelli. Per la Fiom Cgil è un primo passo verso una normalizza­zione dei rapporti, in vista di un accordo sugli straordina­ri da individuar­e per l’autunno.

Il lavoro extra che si svolge in queste settimane è solo quello di sei ore il sabato mattina legato alla disponibil­ità di una settantina di volontari, la metà dei quali con contratto a tempo determinat­o. Prima della pandemia l’obiettivo di produzione era di 870 mila pezzi a fine anno; dopo l’interruzio­ne il target verosimile non andava oltre i 640 mila. Troppo poco e dunque ecco i capisaldi dell’offensiva di settembre di cui si discuterà pure in un coordiname­nto nazionale fissato per il 9 luglio a Mestre. Una particolar­e linea a Susegana potrebbe raddoppiar­e le ore operative ed è probabile che il numero di dipendenti a termine, ora 60 su circa 1.100 addetti, possa aumentare in modo vistoso. E non si esclude l’ipotesi di attivare un turno di notte, quindi aggiungend­o argomenti rispetto ai quali un’intesa con le organizzaz­ioni sindacali si rende necessaria. Solo così, anche se forse non si raggiunger­à l’obiettivo di produzione, l’effetto lockdown sarà neutralizz­ato.

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