Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Ecobonus i profession­isti si alleano

La legge non arriva Cantieri ancora al palo e i nodi da sciogliere

- Zambon

L’ecobonus piace a tutti ma sono in pochi a poterlo applicare per la complessit­à degli adempiment­i. Gli ordini profession­ali e le categorie lanciano l’allarme per le correzioni necessarie ma intanto nascono le prime joint venture di profession­isti ad hoc.

A montar la guardia della Fortezza Bastiani dell’ecobonus al 110% ci sono gli artigiani che stimano in quasi 2 miliardi di euro le risorse che sarebbero mobilitate in Veneto dal provvedime­nto contenuto nel decreto Rilancio. Il presidente di Confartigi­anato Agostino Bonomo, novello Giovanni Drogo, però non ci sta a sostenere lo stallo e suona l’allarme: senza conversion­e del decreto in legge e senza uno straccio di decreto attuativo, le aziende pronte a far partire i lavori sono bloccate. La deadline di luglio, infatti, sta scivolando pericolosa­mente verso l’autunno. Eppure l’inedito meccanismo del credito d’imposta addirittur­a al 110% per interventi edilizi che consentano un salto all’insù di due classi energetich­e (e di uno per la certificaz­ione antisismic­a) e per di più cedibile sta creando una sorta di nuovo mercato. Credito d’imposta come «moneta corrente». Meglio, come investimen­to.

Qualcosa, infatti, si muove e i più lungimiran­ti si stanno attrezzand­o. Negli ambienti bene informati circola la notizia che Amazon Italia, ad esempio, sarebbe pronta a comprare circa duecento milioni di crediti evitando così le migliaia di F24 mensili per contributi, Iva e quant’altro legati alle sue migliaia di dipendenti e con un guadagno netto del 10%. Le banche, intanto, stanno a guardare consapevol­i di giocare di diritto un ruolo cruciale nel domino che si innesca fra l’acquisto delle tegole di un tetto e la «riscossion­e» di un credito che verrà comprato, si teme, non proprio a buon mercato dagli stessi istituti di credito per sollevare dall’incombenza fornitori e imprese edili.

L’idea del «mi faccio la casa nuova senza sborsare un euro» passata nelle prime settimane ha già cambiato pelle negli ultimi due mesi perché i vincoli posti dalla normativa e il complesso sistema di asseverazi­oni del credito coperte per di più da assicurazi­oni obbligator­ie per i profession­isti ha reso il quadro cristallin­o: il mirabolant­e 110% non sarà una passeggiat­a. Il piatto, di per sé, è ricco ma per spartirlo con soddisfazi­one delle parti (incluso il privato o il condominio che commission­a i lavori) servirà più del mediatore di paese. A Padova, nel giro di due mesi, è nata una startup, Ekoplatfor­m, costituita da una decina di profession­isti che propone un «pacchetto chiavi in mano» con certificaz­ione anche nel corso del processo di cantiere. Andrea Cortellazz­o, uno dei due commercial­isti del team insieme a ingegneri, avvocati, titolari di un’impresa edile, architetti e finanche un notaio, spiega così il progetto: «Il bonus esisteva già ma qui siamo davanti a due novità: un valore del 10% del credito d’imposta in più che lo rende molto appetibile e la possibilit­à di cessione del credito. In due mesi abbiamo costruito Ekoplatfor­m proprio in nome della complessit­à del percorso e della necessità di certificar­e passo passo tutto, dalla qualità dei materiali alle scelte sul campo per poter arrivare alla certificaz­ione del credito in modo trasparent­e vista la possibilit­à di controlli per dieci anni da parte dell’agenzia delle Entrate. Lo strumento è una piattaform­a web che sfrutta anche la blockchain». In pratica, il cliente finale si affida per la ristruttur­azione all’intera squadra scegliendo se cedere il credito di imposta fin dal principio. L’idea è di coinvolger­e anche i piccoli artigiani che sarebbero altrimenti cannibaliz­zati dalle grandi società. Che ci sia bisogno, poi, di un’aggregazio­ne di profession­isti e imprese per affrontare la mole di adempiment­i legati all’ecobonus appare chiaro ai profession­isti. Pasqualino Boschetto, presidente della Federazion­e degli ingegneri sospira: «Non vorrei sparare sulla Croce Rossa ma qui siamo ancora a tante belle parole e zero decreti attuativi. Il solito caos e intanto la gente continua a telefonare convinta che sia un’operazione semplice. Vanno sciolti molti nodi ma senz’altro sarà uno strumento efficace che si somma, ad esempio, al piano casa». Che l’associazio­ne di profession­isti sia una necessità lo sanno tutti nell’ambiente ma Paolo Bassani, referente di Confartigi­anato per l’edilizia si chiede «così non saremmo poi tutti in subappalto?». L’optimum, per gli artigiani, sarebbe creare piattaform­e in cui si possa, con un accompagna­mento adeguato, cedere direttamen­te il credito. «La paura che si creino centri di interesse che governino il mercato c’è» chiude. Solo in Veneto ci sono 460 mila abitazioni di cui il 70% ha più di 40 anni, sono «case energivore - spiega Paolo Ghiotti, presidente di Ance la ratio della norma è ottima ma i mille inghippi della burocrazia rischiano di non renderla cantierabi­le per così dire, a partire dalle banche che ancora non si sbilancian­o». Più domande che risposte, al momento e, fra queste, c’è anche la proposta degli architetti di allargare il concetto di efficienta­mento energetico. Anna Buzzacchi, presidente dell’ordine veneziano fa presente che «il cappotto non è fattibile nei centri storici. Molti sono gli interventi che però si possono fare. Serve un approccio più ampio al tema».

 ??  ?? Cappotto Fra gli interventi su cui punta l’econonus c’è il rifaciment­o del cappotto per l’isolamento termico delle abitazioni
Cappotto Fra gli interventi su cui punta l’econonus c’è il rifaciment­o del cappotto per l’isolamento termico delle abitazioni

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy