Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Castello Carrarese, lo spettacolo rinasce
Da giovedì il festival, 38 eventi fino a settembre. E poi partirà il cantiere per i restauri
Staffetta. Da giovedì fino all’11 settembre torna l’appuntamento con il festival estivo al Castello Carrarese, 38 serate a capienza ridotta, una sorta di «regalo» quasi insperato. Per stessa ammissione dell’assessore Colasio, sembravano non esserci né fondi né tempo per organizzarlo. Chiuso il sipario sul festival, sarà poi la volta del cantiere per la trasformazione dell’ala sud, quella destinata a diventare un polo museale, con la collezione Bortolussi.
Doveva sancire la rinascita non solo della cultura e degli spettacoli live, ma anche della città. E se fino a poco tempo fa la rassegna estiva del Castello Carrarese rischiava seriamente di saltare ieri, nonostante un nuovo aumento di contagi e il comparire di focolai, è stata presentato il cartellone del festival che parte il 9 luglio e termina l’11 settembre (per il programma, vedi articolo negli spettacoli).
«Saranno 38 serate che si svolgeranno all’interno di uno dei simboli per la città – spiega l’assessore alla Cultura, Andrea Colasio – Il Castello diventerà adesso anche un simbolo della rigenerazione di Padova dopo il coronavirus. All’inizio non eravamo convinti di riuscirci, il bilancio del Comune è devastato ma per fortuna ci ha aiutato la Fondazione Cariparo». Quest’ultima ha stanziato 140 mila euro per la realizzazione del festival che prevede in cartellone artisti padovani come Andrea Pennacchi, Stefania Miotto, Vittorio Matteucci ma anche di fama nazionale come Alessandro Preziosi e Neri Marcorè.
Se l’anno scorso si sono registrate 20 mila presenze, quest’anno saranno ovviaperché mente di meno. I posti sono stati ridotti da 800 a 400 e le sedie saranno distanziate un metro l’una dall’altra: mentre si è seduti si potrà togliere la mascherina che andrà rimessa nel caso si vada in bagno o al punto ristoro. Sparse per la platea e agli ingressi verranno collocate colonnine di gel disinfettante, si entrerà da una parte e si uscirà dall’altra. Una modalità a cui ormai i padovani si sono abituati. Certo è che con il risalire dei contagi e il comparire di piccoli focolai (di cui uno molto vicino a noi, in provincia di Vicenza, che ha coinvolto una 40enne cinese residente a Padova) dovrebbe essere difficile restare sereni. E invece la fiducia degli organizzatori, con a capo l’assessore alla Cultura, sembra più forte che mai. «Dovrebbero fare tutti come noi – dice Colasio – Il festival non è il Pride. Le regole sono rigidissime e ci saranno dei controlli. Non temiamo il virus ci proteggeremo». Controlli o no, la fila al punto ristoro ci sarà, così come quella per il bagno durante eventuali pause o alla fine degli spettacoli. Quest’anno, inoltre, ci sarà un’esperienza inedita. Prima degli eventi si potranno seguire visite guidate che partiranno da piazza dei Signori, passeranno per via Dietro Duomo dove c’era la casa del Petrarca e arriveranno al Castello Carrarese. Il biglietto sarà diviso da quello dello spettacolo e per ora le visite saranno disponibili solo durante la rassegna, ma non è detto che in futuro possano continuare.
Altro punto all’ordine del giorno sono i lavori di ristrutturazione. Durante il festival ci sarà uno stop per non creare disagi agli artisti quindi il tutto riprenderà a fine settembre. L’obiettivo è terminare l’ala sud dove sorgerà il museo del design con la collezione Bortolussi e poi si penserà al resto. «Dovremo trovare 6 milioni di euro per l’ala nord – riferisce Colasio – Spero di poter restituire alla città il suo Castello completamente ristrutturato nel giro di 5 o 6 anni».
Colasio
Il Castello simbolo della rigenerazione di Padova dopo l’epidemia C’è anche la novità delle visite guidate