Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Il pm chiede 8 anni di carcere all’investitore dei 4 ragazzi
La notte del 13 luglio 2019 l’auto dei giovani fu centrata da quella guidata da un 27enne
Quattro anni per omicidio stradale, sei anni di aggravante perché plurimo e altri due per la fuga. Il sostituto procuratore Giovanni Gasparini ha chiesto una condanna a 12 anni di carcere per Marius Alin Marinica, l’elettricista 27enne accusato di aver causato l’incidente lungo via Pesarona a Jesolo in cui un anno fa persero la vita quattro venetenni.
Quattro anni per omicidio stradale, sei anni di aggravante perché plurimo e altri due per la fuga. Il sostituto procuratore Giovanni Gasparini ha chiesto una condanna a 12 anni di carcere per Marius Alin Marinica, l’elettricista 27enne accusato di aver causato l’incidente lungo via Pesarona a Jesolo in cui esattamente un anno fa persero la vita Riccardo Laugeni, Eleonora Frasson, Leonardo Girardi e Giovanni Mattiuzzo. Marinica, incensurato, sarà giudicato con rito abbreviato quindi la pena dovrebbe essere ridotta di un terzo scendendo a 8 anni.
La requisitoria si è tenuta ieri nell’aula bunker di Mestre di fronte agli avvocati dei quattro ragazzi morti in quella terribile carambola e al legale di Marinica, mentre la prossima settimana saranno ascoltati quelli delle parti civili e a seguire la difesa. Infine il gip Barbara Lancieri si pronuncerà con sentenza di primo grado. L’intervento del sostituto procuratore è arrivato a conclusione della discussione sulla relazione del perito del giudice, l’ingegnere Cristina Geddo, chiamata a scrivere un’altra pagina importante per chiarire cosa accadde la notte tra il 13 e il 14 luglio 2019. «Non è possibile ricostruire con assoluta certezza quale sarebbe stata l’evoluzione dinamica del sinistro in ipotesi che la Ford Fiesta dopo l’urto avesse tenuto una velocità di 70 chilometri all’ora anziché 77» ha spiegato il perito del gip. Una conclusione che rafforza la tesi dell’accusa. Secondo l’ipotesi formulata dall’ingegner Davide Pavon, tecnico della difesa, la Ford
Fiesta su cui viaggiavano i ragazzi insieme all’amica Giorgia Diral, unica sopravvissuta, si sarebbe invece fermata contro il guard rail se avesse proceduto a una velocità inferiore di appena 5 o 10 chilometri orari. In base alle ricostruzioni dei periti, quella notte la Golf di Marinica avrebbe avuto una velocità compresa tra i 95 e i 100 chilometri orari al momento dell’incidente. Sarebbe rientrata dopo un sorpasso finendo per collidere contro la vettura dei ragazzi. Nella carambola che ne seguì, la Fiesta uscì di strada, finì in un campo agricolo e poi di slancio tranciò un cavo d’acciaio e infine superò un guard rail capovolgendosi dentro un canale. L’elettricista 27enne, però, non si fermò dopo l’incidente ma proseguì in direzione Venezia facendo ritorno a casa. Su questo punto Marinica ha sempre sostenuto di non essersi accorto dell’urto e, per questo, di aver proseguito per la sua strada. La sentenza potrebbe dunque arrivare a un anno esatto dal funerale dei quattro ragazzi, tutti di età compresa tra i 22 e i 23 anni. Dodici mesi durante i quali Marinica è rimasto agli arresti domiciliari anche se nei prossimi giorni sarà valutata un’istanza presentata dal suo legale in cui chiede di potersi recare al lavoro. Ma sono stati anche dodici mesi in cui i genitori di Riccardo, Eleonora,
Leonardo e Giovanni hanno organizzato molti eventi per ricordarli. Un doppio appuntamento si svolgerà il prossimo 14 luglio, anniversario dello schianto. I familiari dei ragazzi hanno organizzato insieme alle amministrazioni comunali una commemorazione che si svilupperà in due momenti. Nel corso della mattinata, presso il cimitero di Musile di Piave dove riposano i quattro amici. Il secondo la sera, in piazza Indipendenza a San Donà di Piave. I familiari hanno dato vita all’associazione «Alba, luci sulla buona strada» che si occupa di sicurezza stradale.