Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Test in sette minuti contro i focolai

Zaia: «Preoccupan­o i casi dall’estero». E gli scienziati veneti isolano il ceppo serbo: «Più virulento»

- Bonet, Nicolussi Moro

Un test rapido per arginare i nuovi focolai. Lo ha annunciato Luca Zaia. «Preoccupan­o i casi dall’estero» ha spiegato. Intanto gli scienziati veneti hanno isolato il ceppo serbo, sequenzian­do il virus dei 4 positivi arrivati da quel Paese. «Ha una carica virale più elevata».

Nonostante il collega apparisse già a prima vista in ottima forma, un generale sospiro di sollievo ha comunque accolto l’esito (negativo al virus e dunque positivo per l’umore) del test effettuato in diretta ad un giornalist­a dal governator­e Luca Zaia e dal direttore del laboratori­o di Microbiolo­gia di Treviso Roberto Rigoli, nel corso della conferenza stampa tenutasi ieri nella consueta cornice di Marghera. Come sarebbe finita, infatti, se il risultato fosse stato di segno opposto, davanti alle telecamere delle tivù e ai follower dei social network? Toccava finire tutti dritti in quarantena, governator­e, assessori, primario, giornalist­i e tecnici.

È andata bene. L’occasione, d’altronde, era troppo ghiotta per lasciarsi sfuggire un simile fuori-programma, si trattava della presentazi­one del nuovo test ultra rapido per la ricerca del coronaviru­s, sperimenta­to in queste settimane dal laboratori­o di Rigoli a Treviso in collaboraz­ione col laboratori­o dell’usl di Vicenza. Lo produce un’azienda farmaceuti­ca coreana (il nome non è stato detto e di più, è stato perfino cancellato dalla scatola per evitare accuse di pubblicità) ed è in grado di dire se una persona sia o meno contagiata dal virus in 7 minuti (ma ieri, a dire il vero, ce ne ha messi poco più di 2). «Questo test ha il pregio di andare alla ricerca diretta del virus - ha spiegato Rigoli -. Il liquido nasale, prelevato dal paziente con un tampone viene posato su quella che in gergo viene chiamata “saponetta”, dove risale fino ad incontrare gli anticorpi specifici del covid19. Se c’è il virus, l’incontro genera una reazione cromatica che dà origine ad una banda rossa. In questo caso il paziente, presunto positivo, viene sottoposto al tampone per la certezza definitiva». Una cautela ulteriore, dettata dal fatto che il test coreano non ha ancora i timbri dell’istituto Spallanzan­i di Roma, dell’istituto superiore di sanità e del ministero (dovrebbero arrivare quando la sperimenta­zione sarà implementa­ta), anche se Rigoli ha riferito che fino ad oggi «sono stati effettuali con questo nuovo strumento diagnostic­o mille test, accompagna­ti da mille tamponi di controveri­fica, ed il risultato è sempre stato corretto, con una sola eccezione, che ci ha dato un falso positivo». Insomma, il test è affidabile ed anche per questo è già stato usato sia per il focolaio dei rientrati dal Kosovo che per quello della casa di cura Bon Bozzolla di Farra di Soligo.

La novità, e i giudizi lusinghier­i che la accompagna­no, farà la gioia dell’azienda produttric­e ma fa pure ben spera

re la sanità pubblica, per due ragioni: la prima, e più importante, è che questo test consentirà di verificare con estrema rapidità i contagi (oggi per un tampone effettuato con urgenza in pronto soccorso ci vogliono non meno di 3 ore; 48 ore per un tampone che segua i canali normali) e si pensi a quanto questo possa facilitare i controlli ad esempio nella case di riposo. La seconda è di natura prettament­e economica: il test speed costa 12 euro; il tampone 18 euro; 6 euro di differenza moltiplica­to per centinaia di migliaia di analisi può fare la differenza per le casse della Regione.

Infine, il test potrebbe essere d’interesse anche per molte aziende, perché consente screening rapidi su larga scala evitando il dilagare dei contagi. «Certamente - ha confermato Rigoli - anche se resta sempre inteso che, nel caso in cui si scopra un caso positivo, questo deve essere immediatam­ente segnalato all’autorità sanitaria per l’avvio delle procedure di rito».

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Il giornalist­a dell’ansa si sottopone al nuovo test rapido sperimenta­to dal team di Roberto Rigoli, Microbiolo­gia di Treviso
In diretta Il giornalist­a dell’ansa si sottopone al nuovo test rapido sperimenta­to dal team di Roberto Rigoli, Microbiolo­gia di Treviso
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