Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Da casa Matteotti a Padova, Sardine di nuovo in piazza
Parte dal Veneto il tour elettorale. Il Pd: «Boccata d’ossigeno»
Da Casa Matteotti fino a Padova, le Sardine tornano di nuovo in piazza «contro fascisti e populisti». E scelgono il Veneto per il loro tour elettorale in Italia in vista delle elezioni regionali di settembre. Il Pd plaude: «Questa è una boccata d’ossigeno».
«Meno selfie, più politica». È questo lo slogan, dal vaghissimo riferimento al leader della Lega Matteo Salvini, scelto dalle Sardine per il loro ritorno in piazza, dopo un lungo periodo di silenzio dovuto all’emergenza Covid, certo, ma anche alle polemiche interne e alle critiche scaturite dalla straordinaria visibilità raggiunta dai leader del movimento che si autodefinisce «a-politico» e «spontaneo», su tutti Mattia Santori. Una visibilità che ha inevitabilmente portato con sé qualche gaffe, alcuni scivoloni e altrettante strumentalizzazioni, come quella seguita alla visita di Santori & co. a Fabrica, Ponzano, su invito del fotografo Oliviero Toscani, incontro poi incautamente celebrato dalle Sardine sui social con un foto che li ritraeva insieme a Luciano Benetton, divenuto come noto innominabile dopo il crollo del Ponte Morandi.
Il caso vuole che proprio nei giorni in cui torna a salire la tensione sulla famiglia dei Colori Uniti e le Autostrade, le Sardine annuncino il loro ritorno in campo, per dirla alla Berlusconi, con un tour elettorale in vista delle Regionali (ma loro preferiscono «tour politico») che avrà il suo esordio qui in Veneto, il 23 luglio, prima alla Casa Matteotti di Fratta Polesine e quindi a Padova. «Il viaggio - spiegano le Sardine - partirà da Casa Matteotti, passerà da Padova in cui si festeggerà la resistenza al dominio leghista, attraverserà le Marche sfocerà a Lecce per un grande evento nazionale, risalirà per la Campania, scoprirà le comunità di richiedenti asilo di Cassino e di Cascina (ora a Pisa) che troppo spesso sono state ostaggio della propaganda elettorale e che oggi subiscono le ingiustizie dei Decreti Sicurezza, si concluderà in Liguria nella casa museo di Sandro Pertini a Stella».
Il passaggio in Polesine porta con sé ovvi riferimenti storici, politici e culturali, quello a Padova, al di là del valore «celebrativo» della sconfitta di Massimo Bitonci («Noi non diamo indicazioni di voto - ha detto a Repubblica Giulia Trappoloni - ma non ci riconosciamo in quei politici che sfruttano debolezze e fragilità dei migranti o che sfruttano ideologie fasciste per fare propaganda politica») ricorda anche una delle ragioni che portò - costrinse? - il Pd del Veneto a rinunciare ad un proprio candidato contro Luca Zaia, per virare sul «civico» Arturo Lorenzoni, ossia il tentativo di intercettare proprio il consenso dei movimenti di piazza come le Sardine. E difatti il segretario dem Nicola Zingaretti ha subito esultato su Twitter: «Dalle Sardine nuove sfide per tutti e una nuova, sana boccata d’ossigeno che farà bene alla democrazia». Si possono immaginare le reazioni partite dagli account dei leghisti (c’è chi invoca ironicamente il fermopesca e chi accusa Zingaretti di essere ormai alla canna del gas).
E a proposito di Lega: ieri Zaia si è lasciato andare ad una battuta che ha però preso a circolare con insistenza negli ambienti del centrodestra: «I pieni poteri al premier Conte? Speriamo che il prolungamento dello stato di emergenza non porti ad un nuovo rinvio delle elezioni, dopo il balletto già visto sul 20 e 21 settembre...». Scenario che certo sarebbe clamoroso ma che pure viene lasciato aperto dal prolungato e per certi versi incomprensibile tergiversare del governo sulla fissazione della data dell’election day.
Tornando in chiusa alle Sardine: per finanziare il tour è stato organizzato un crowfounding con la vendita di magliette con una frase di Fabrizio De André, «continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai». Si possono comprare su ideaginger.it