Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Fiera, conti in «rosso» per 7,3 milioni
Padova, il bilancio dell’ente tornato pubblico: «Pesa l’eredità di Geo e la pandemia»
Sette milioni e trecentomila euro. Una perdita importante, quella della Fiera di Padova, ben oltre le aspettative dalla precedente gestione di Geo (si parlava di 3 milioni e mezzo). Il bilancio del primo anno di attività dei soci pubblici (Camera di commercio, Comune e Provincia) si chiude con il segno rosso. Santocono e Veronesi, presidente e direttore, puntano sull’auditorium e gli eventi, in particolare «Auto e moto d’epoca», prevista a ottobre.
Sette milioni e trecentomila euro. Una perdita importante, quella della Fiera di Padova, ben oltre le aspettative dalla precedente gestione di Geo (si parlava di 3 milioni e mezzo). Il bilancio del primo anno di attività dei soci pubblici (Camera di commercio, Comune e Provincia) si chiude con il segno rosso. «L’eredità che ci ha lasciato Geo era alquanto complicata – spiega Antonio Santocono, presidente di Padova Hall (soggetto che riunisce i soci pubblici) e presidente della Camera di commercio – Abbiamo speso 850 mila euro in consulenze straordinarie, due milioni per salvare i dipendenti, 1 milione e 800 mila euro di ammortamento di beni materiali e altri 700 mila per i beni immateriali, oltre a 700 mila euro di Imu e un milione di oneri finanziari per la causa contro Monte dei Paschi di Siena sul mutuo del centro congressi».
Le entrate ammontano a 7 milioni e 400 mila euro per le attività fieristiche e 1 milione e 700 mila euro dagli affitti degli immobili direzionali. In tasca, quindi, resta poco. «Il patrimonio netto, però, supera i 100 milioni di euro» fa notare Santocono. Nel giugno 2018 i francesi di Gl events si erano defilati ma solo nel luglio 2019 c’è stato l’effettivo passaggio da Geo ai soci pubblici. Passaggio non certo indolore e che, inevitabilmente, ha lasciato degli strascichi a cui si è aggiunto poi il problema della pandemia. «Il Covid ha colpito tutti duramente – sostiene il direttore di Padova Hall, Luca Veronesi – Abbiamo azzerato le attività verso l’esterno e continuato invece il percorso sui piani di sviluppo. La Fiera non va più considerata solamente come i tre giorni di esposizione: si crea una community attorno a un evento e con l’entrata in scena di altri soggetti, come l’università e Promex, siamo attivi tutto l’anno. La situazione che abbiamo ereditato era quella di un polo in sofferenza, gli eventi sono stati ridimensionati nel corso degli anni».
Ora ci sono tre vie percorribili. La prima è indire una gara per affidare la gestione a un soggetto terzo. «C’è già una manifestazione di interesse, un operatore importante a livello europeo – dice Veronesi – Il 31 agosto è il limite per proporsi. Il partner in questione deve accollarsi dei costi: 4 milioni e 300 mila euro all’anno di canone, un milione per la manutenzione ordinaria e l’assunzione dei 30 dipendenti. E deve avere requisiti importanti come 50 milioni di fatturato, 50 milioni di patrimonio netto e gli ultimi due bilanci in utile. Se lo troviamo comincerà a lavorare già dal 2021». La seconda, nel caso in cui non si trovasse un gestore, è una partnership industriale per cui a Padova Hall si dovrebbe affiancare un soggetto forte; la terza è la gestione in autonomia dei soci pubblici. Una volta trovata la via, non resterà che salire.