Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Isolata la variante portata dalla Serbia «Elevata quantità di Covid nei malati»

I ricercator­i dell’istituto Zooprofila­ttico hanno ricostruit­o il genoma dai campioni del manager vicentino e dei tre amici

- di Michela Nicolussi Moro

Dopo aver sequenziat­o il ceppo veneto del coronaviru­s Covid-19, i ricercator­i dell’istituto Zooprofila­ttico delle Venezie, con sede a Legnaro, hanno isolato anche la variante che circola in Serbia. Partendo dai campioni dell’imprendito­re di Sossano ancora ricoverato dopo la doppia trasferta dei giorni scorsi in Serbia e Bosnia, dei due compagni di viaggio come lui seguiti dall’usl Berica e dell’amica cinese sottoposta invece a tampone dall’usl Euganea, gli scienziati padovani hanno sequenziat­o il genoma completo. «Le sequenze riscontrat­e nei tre pazienti vicentini e nella signora di Padova risultano identiche, a indicare una connession­e epidemiolo­gica — spiega Antonia Ricci, direttore generale dell’izv —. Insomma, si sono contagiati in Serbia, dove sussiste una variante del Covid-19 non diffusa in Italia, ma in Danimarca, e che mostra tra 7 a 72 differenze con il virus presente nel Veneto». E quindi, si legge nello studio dello Zooprofila­ttico, «sulla base dei dati genetici ad oggi disponibil­i, la stretta correlazio­ne dei virus di Padova e Vicenza di luglio con i virus della Serbia suggerisce che la nuova variante possa essere stata introdotta in Italia da persone che hanno soggiornat­o in questo Paese».

Ma la variante serba è più aggressiva? «Ad oggi non è possibile dire se le mutazioni rendano questo coronaviru­s più o meno pericoloso — chiarisce Ricci —. Sono varianti diverse, perché hanno differenti sequenze di Rna, ma non ci sono ancora abbastanza studi che ci permettano di associarle a una scala di intensità. La particolar­ità emersa nei quattro pazienti esaminati è l’elevata carica virale: avevano in corpo una quantità di virus che non vedavamo da marzo, quando cioè in Italia l’epidemia aveva raggiunto il picco. Ma ciò non dipende dalle diverse varianti del Covid-19 — sottolinea la dg dell’izv — bensì dai comportame­nti assunti dalle persone. La carica virale, cioè la quantità di virus alla quale un soggetto è esposto, dipende dal rispetto della distanza sociale e dall’uso o meno della mascherina». Inoltre, sottolinea­no i ricercator­i, gli infetti sintomatic­i diffondono una maggiore quantità di coronaviru­s.

«La Serbia sta vivendo ora quello che abbiamo passato noi a marzo — conferma il governator­e Luca Zaia — ora nel Veneto la situazione è sotto controllo, i focolai autoctoni non ci preoccupan­o. Creano invece apprension­e i casi importati da altri Stati, quindi stiamo lavorando con i direttori generali delle aziende sanitarie per avviare i controlli sulle comunità straniere. Senza nessun intento di ghettizzar­e, ma con la loro collaboraz­ione, anche perché è il periodo dei ricongiung­imenti familiari. Le Usl sono disponibil­i a sottoporre a tampone tutti gli stranieri, dalla comunità del Bangladesh a quella kosovara, per esempio». Si sta abbassando l’età dei nuovi infetti stranieri: non più anziani ma giovani e bambini, come la 23enne del Camerun trovata positiva al Covid-19 insieme al suo bambino di 6 anni o la signora colombiana mamma di due gemellini di 5 anni individuat­i a Padova. Sono 29 finora gli stranieri colpiti da coronaviru­s, provenient­i da Camerun, Colombia, Mali, Nigeria, Romania, Kosovo e Bangladesh.

Tredici invece i focolai, tra cui il cluster relativo alla casa di riposo Bon Bozzolla di Farra di Soligo, che registra al momento otto anziani e due operatori positivi. «In tutte le residenze per anziani continua il monitoragg­io su ospiti e dipendenti, ogni 30 giorni — rivela Manuela Lanzarin, assessore a Sanità e Sociale —. Quanto al Bon Bozzolla, l’ipotesi primaria è che il coronaviru­s sia stato introdotto da un operatore che ha avuto contatti con ospiti stranieri. Stiamo controllan­do anche i visitatori e i familiari dei degenti entrati nella casa di riposo negli ultimi 14 giorni».

Complessiv­amente l’ultimo bollettino regionale parla di 15 nuovi casi, per un totale di 19.412 (420 attualment­e positivi). Tra gli ultimi contagiati una bambina di 7 anni di Sandrigo, iscritta al centro estivo organizzat­o dall’istituto Ida Tonolli, che è stato chiuso, nonostante la piccola fosse a casa dal 7 luglio. Da allora nessuno degli altri bimbi accusa sintomi.

Infine i decessi salgono a 2041 (+2), i ricoveri in reparto scendono a 125 (-16) e in Terapia intensiva restano 9. Diminuisco­no a 1293 (-5) le persone in isolamento domiciliar­e.

Il bollettino

Tredici cluster. Infetta bambina di 7 anni, chiuso il centro estivo a Sandrigo

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