Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Cattolica dice sì all’offerta di Intesa per l’1% di Ubi
Verso la Spa, i soci contrari incontrano la Regione. Bedoni: «L’ingresso di Generali difende la compagnia»
Cattolica rompe il fronte del patto di consultazione Car - finora graniticamente contrario all’operazione - e accetta l’offerta lanciata da Intesa sulle azioni Ubi banca, di cui la compagnia veronese detiene l’1,010%.
Il Cda di Cattolica, riunito ieri dal presidente Paolo Bedoni, ha ritenuto (all’unanimità) di proprio interesse aderire all’ops di Intesa, «alla luce - spiega una nota - sia delle autorizzazioni di vigilanza ottenute dall’offerente, sia del comunicato dell’emittente, sia ancora dell’andamento del mercato». Il controvalore delle azioni Ubi possedute da Cattolica si avvicina ai 34 milioni di euro.
Il Cda della compagnia veronese ha anche deliberato una modifica del calendario degli eventi societari: i risultati finanziari della semestrale al 30 giugno, pertanto, verranno resi noti l’11 settembre.
Non si interrompe, nel frattempo, la contesa attorno alla trasformazione della società da cooperativa a Spa, argomento al centro della prossima assemblea di fine mese. Il fronte dei contrari continua a muoversi a vari livelli: ieri i coordinatori di Casa Cattolica, la rete delle associazioni dei soci, hanno incontrato la Regione Veneto, nella persona dell’assessore allo Sviluppo economico Roberto Marcato (Lega), per richiedere un intervento urgente e una presa di posizione da parte del governatore Luca Zaia e del consiglio regionale in merito all’ingresso di Generali nel capitale di Cattolica.
A distanza, ha replicato loro il presidente Bedoni, tramite una messaggio inviato a tutti gli agenti e ai dipendenti della compagnia veronese: «L’operazione Generali ha difeso Cattolica da chi voleva distruggerne il valore per soci e azionisti, calpestando la nostra realtà - ha scritto il numero uno della società veronese - e qualsiasi scelta diversa dalla trasformazione in Spa per seguire l’aumento di capitale, metterebbe in grave rischio la forza della nostra Compagnia,
la sua capacità futura di essere protagonista nel mercato». Anche il Dg Carlo Ferraresi ha negato rischi di svendita della compagnia alle Generali: «Questa offerta certifica il valore della nostra Cattolica e ci mette al riparo da azioni speculative anche dall’estero, oltre a rappresentare un’opportunità per tutti noi».